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Un sentiero tra i mille per godere l’alba magica sul Poludnig

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Nassfeld KärntenOltre mille chilometri di sentieri per escursioni da 600 a 2800 metri di quota: ecco cosa attende tutti gli amanti del trekking e dell’alpinismo, che si avventurano tra le bellezze naturali della zona di Pramollo/Nassfeld e, giù nella valle, del Presseggersee. A pochi chilometri dal confine con l’Italia e a stretto contatto con le Dolomiti, quello di Nassfeld/Pramollo è un vero e proprio paradiso per escursionisti e scalatori: 25 percorsi tematici (tra cui sentieri ad alta quota e due itinerari per pellegrini), Geotrails per gli amanti della natura e della storia, sentieri ad anello, vie ferrate, labirinti di roccia, percorsi di arrampicata e acrobatici.

Una moltitudine di sentieri adatti a diversi tipi di camminatori: dagli scalatori più esperti alle famiglie, tutti hanno l’opportunità di ammirare i paesaggi suggestivi della valle del Gail e le vette delle Alpi Carniche e di alleviare le proprie fatiche sostando nei numerosi rifugi e malghe, dove è possibile gustare alcune tra le più gustose specialità della cucina carinziana. Davvero magica sarà l’escursione all’alba sui 1.999 metri del Poludnig, che si può raggiungere facilmente a piedi in mezz’ora dall‘alpeggio Poludnigalm. Dopo essere arrivati in cima, ci si potrà premiare con una ricca colazione in un alpeggio sull’Egger Alm.

Grazie alla tessera “+Card Premium” è poi possibile usufruire gratuitamente di diversi servizi, tra cui il trasporto alla partenza dei vari percorsi con i mezzi pubblici, l’utilizzo degli impianti di risalita di Nassfeld-Pramollo, l’accesso alle spiagge del lago Pressegger, l’adesione ai  programmi di escursioni guidate a piedi e in bici e ai programmi avventura per i più piccoli.

Ulteriori informazioni sonon disponibili sul sito web www.nassfeld.at/it/attivita/escursioni-bicicletta/escursioni-e-camminate.

[Contributo di Kärnten Werbung]

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In 28 poli sciistici austriaci lo skipass costerà più di 50 euro

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17.11.05 Nassfeld Pramollo 1 - CopiaLo sci alpino sta diventando uno sport di lusso. Non è una novità. I materiali sempre più sofisticati costano e costano sempre di più gli impianti di risalita, i cui biglietti devono coprire anche le spese per l’innevamento artificiale delle piste. Fino a qualche anno o decennio fa questo costo aggiuntivo non era necessario: alla neve ci pensava madre natura.

Non occorre essere Matusalemme per avere ricordi di villaggi sepolti nella neve e di viaggi in auto o in corriera verso le località sciistiche, lungo strade trasformate in trincee tra due  muraglie di neve. Oggi paesaggi del genere non si vedono più, nemmeno alle quote più alte. A volte, anche in pieno inverno, non si vede nemmeno la neve, tranne quella artificiale, sputata dai cannoni, che disegnano surreali tappeti bianchi attraverso prati e abetaie ancora verdi.

Ogni anno gli skipass aumentano di prezzo e ormai all’orizzonte si profila il traguardo dei 50 euro. Cinquanta euro per il giornaliero! Il sito web skiresort.de, che è tra i più aggiornati sul turismo invernale e sui poli sciistici del mondo, ha pubblicato in questi giorni un raffronto tra i prezzi degli skipass (skipass giornalieri, per adulti, in alta stagione).

In Austria – che è il Paese di cui ci occupiamo in questo blog – vi sono 28 poli sciistici in cui lo skipass costa ormai più di 50 euro. In testa alla classifica c’è, naturalmente, Kitzbühel, in Tirolo, località di lusso, per sciatori di lusso, disposti a spendere 55 euro senza scomporsi. Subito dopo, con skipass a 53 euro, seguono Sölden e Ischgl, anch’esse in Tirolo, l’Arlberg, a cavallo tra Tirolo e Vorarlberg, e Saalbach-Hinterglemm, nel Salisburghese. Le prime sono località frequentate da una clientela danarosa, fatta da sceicchi arabi e teste coronate, ma Saalbach-Hinterglemm è un tipico polo sciistico per famiglie. Eppure anche qui, chi vorrà trascorrervi una vacanza, dovrà sborsare oltre 50 euro al giorno per lo skipass.

Naturalmente il prezzo è legato alle dimensioni del demanio sciabile e al numero di impianti collegati. Nei 28 poli austriaci in cui lo skipass ha superato la soglia dei 50 euro, quello più piccolo dispone di 134 chilometri di piste, quello più grande di 304. Dove le piste sono meno lunghe il costo scende. A Hochlecken (Alta Austria) lo skipass costa soltanto 17 euro, ma ci si deve accontentare di 4 chilometri di piste.

E nei comprensori sciistici della Carinzia, più vicini allo sciatore italiano? Ci limitiamo ai due importanti e più frequentati: Pramollo/Nassfeld e Bad Kleinkirchheim. Il primo dispone di 30 impianti di risalita e dichiara che le sue piste sono lunghe 110 chilometri; nel secondo gli impianti sono 24 e le piste raggiungono i 103 chilometri. Il costo dello skipass, invece, è lo stesso: 47 euro in alta stagione, per un adulto. Lo scorso anno era di 46. Un euro in più significa un aumento del 2%, al di sotto quindi del tasso di inflazione. Il traguardo dei 50 euro è dietro l’angolo.

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A Pramollo 75 centimetri di neve, Turracher Höhe apre gli impianti

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17.11.09 Pramollo Nassfeld, foto Livio FedrigoGli operatori turistici di Nassfeld-Pramollo hanno indetto per il 23 novembre,  a Udine, la consueta conferenza stampa di presentazione della imminente stagione invernale. Per la prima volta dopo anni potranno farlo parlando di un polo sciistico già imbiancato dalla neve caduta dal cielo e non sparata dai cannoni degli impianti di innevamento artificiale. Le condizioni meteorologiche di questi giorni, infatti, lasciano bene sperare agli appassionati dello sci, ma anche a chi non scia e tuttavia ha a cuore l’ambiente: per falde acquifere impoverite dopo mesi asciutti preceduti da un inverno con scarse precipitazioni non c’è nulla di meglio che la neve.

In gran parte dell’Austria nevica. È nevicato anche in Carinzia, in particolare nella Oberkärnten, che si traduce “Carinzia superiore”, ma definisce la parte occidentale del Land, compresa tra i Tauri a nord e a sud la “Karnische Region”, quella di Nassfeld-Pramollo. In quest’area sono caduti fino a 75 centimetri di neve, almeno in quota, mentre a valle in molte zone è piovuto. E le previsioni dei prossimi giorni sono di nuove nevicate, forse ancora più abbondanti.

L’arrivo di quella che un tempo i giornali usavano chiamare “la bianca signora” ha messo in fibrillazioni le località sciistiche, alcune delle quali stanno valutando di mettere in funzione in anticipo gli impianti. A Pramollo l’apertura della stagione era stata annunciata da tempo per il 7 dicembre e non c’è motivo per credere che possa essere anticipata.

Lo farà invece Turracher Höhe, dove, data l’altezza e la posizione geografica, le condizioni di innevamento sono già ora discrete. Qui si prevede di far muovere le seggiovie fin da giovedì prossimo e si lavora alacremente per preparare le piste, almeno le principali, e offrire così agli ospiti soddisfacenti condizioni nel weekend. Se le nevicate continueranno e soprattutto se le temperature si manterranno basse è probabile che anche altre località carinziane decidano di seguire l’esempio.

Per il Mölltaler Gletscher, naturalmente, è un altro discorso. Qui, a 3000 metri di quota, si scia già da tempo. Attualmente sono aperte e preparate cinque piste e sono in funzione due cabinovie, mentre restano ferme le seggiovie.

 

NELLA FOTO, un'immagine di Pramollo postata su Facebook da Livio Fedrigo, titolare di un albergo-ristorante sul versante italiano del passo.

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Infortunio sugli sci a Pramollo prima che la stagione sia aperta

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17.11.23 Elicottero soccorso Croce RossaLa stagione sciistica non è stata ancora aperta, ma a Pramollo-Nassfeld si deve già registrare un primo infortunio sugli sci. La vittima è un tolmezzino di 76 anni, che non aveva saputo resistere alla seduzione della neve e ha anticipato i tempi. Non dovrebbe aver subito gravi lesioni, ma si è reso necessario comunque l’intervento di un elicottero del soccorso, che lo ha trasportato all’ospedale di Villaco, dove attualmente è ricoverato.

L’anziano si era recato ieri a Pramollo assieme al figlio. Gli impianti di risalita sono ancora chiusi – la stagione sarà inaugurata il 7 dicembre e proprio oggi, a Udine, si terrà una conferenza stampa di presentazione – ma i due tolmezzini non ne avevano bisogno. Sono risaliti con le proprie gambe fino alla sommità del monte Madrizze, che si trova subito alla sinistra del passo, giungendo dall’Italia, e di lì sono scesi con gli sci lungo la pista che conduce alla stazione a valle dalleaTrögelbahn.

Questa pista, come tutte le altre, è interdetta in questi giorni agli sciatori, perché i tecnici degli impianti vi stanno lavorando alacremente per spargere e compattare la neve artificiale, in aggiunta a quella naturale che era caduta nei giorni scorsi. Si vuole preparare un solido fondo nevoso, in maniera che le piste si presentino nelle migliori condizioni possibili all’avvio della stagione.

Il divieto di percorrerle è segnalato da appositi cartelli. I due tolmezzini non lo hanno rispettato o forse non hanno notato i cartelli. Giunti a quota 1820 metri il 76enne non si è accorto di un cavo d’acciaio di 11 millimetri teso sotto lo strato nevoso: i gatti della neve vi si agganciano quando devono operare su tratti molto ripidi. L’uomo vi si è inciampato con gli sci, ruzzolando più volte e rimanendo infine immobile sulla neve.

È stato dato subito l’allarme. Sul posto è intervenuto un elicottero della Croce Rossa, con un medico a bordo che ha prestato i primi soccorsi. L’infortunato è stato trasferito poco dopo all’ospedale di Villaco. Sono in corso accertamenti da parte della polizia.

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Uno slovacco pronto a investire in impianti e posti letto a Pramollo

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Pipe Snowboard Nassfeld Heramgor - CopiaDa dieci giorni ormai oltre 300 cannoni sparano neve artificiale sulle piste di Pramollo-Nassfeld, il polo sciistico carinziano al confine con l’Italia. La neve naturale non manca – era caduta in abbondanza due settimane fa – e altra neve è annunciata grazie alla perturbazione prevista tra domani e domenica. Ma per garantire una buona copertura degli oltre 100 chilometri di piste madre natura va aiutata e a Pramollo si lavora alacremente per garantire condizioni eccellenti all’inaugurazione della stagione turistica invernale, in programma il 7 dicembre.

Il punto sulla situazione del polo sciistico carinziano, uno dei dieci migliori dell’Austria, è stato fatto ieri a Udine, nella sede di Sorelle Ramonda, in viale Tricesimo, nel corso di una conferenza stampa. Sonja Kucher, coordinatrice marketing della regione turistica di cui fa parte Nassfeld-Pramollo, e Livio Fedrigo, portavoce degli operatori turistici (uno dei due soli albergatori sul versante italiano del passo) hanno illustrato l’intera offerta turistica, che comprende 30 tra seggiovie e telecabine e 25 tra rifugi e ristoranti.

Non vi sono quest’anno nuovi impianti di risalita e pur tuttavia sono stati investiti in quota 19 milioni in opere di sistemazione e miglioramento delle piste e di rinnovo della rete idrica che alimenta i cannoni spara-neve. Le aspettative per la nuova stagione sono molto positive e trovano conforto nelle prenotazioni, aumentate del 25% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Benché sciare stia diventando quasi un lusso (lo skipass giornaliero costa per un adulto 47 euro in alta stagione; lo stagionale 482 euro, con sconto a 444 se acquistato prima del 7 dicembre), Pramollo-Nassfeld continua a richiamare di anno in anno un pubblico crescente, di cui gli italiani rappresentano appena il 3%; gli altri ospiti arrivano, nell’ordine, da Austria, Germania, Cechia, Olanda, Ungheria. Ci riferiamo ai turisti stanziali, che soggiornano a Pramollo (780.000 pernottamenti nella scorsa stagione); la quota degli italiani sale invece sensibilmente se si considerano i pendolari della domenica.

C’è interesse per Pramollo come luogo di vacanza, ma anche come opportunità di investimento. Dopo il magnate russo che tre anni fa acquistò lo storico hotel Edelweiss, un tempo appartenuto ad Arnold Pucher senior, pioniere del polo turistico, ora si è affacciato un altro investitore slovacco, che intende realizzare in prossimità del passo una struttura ricettiva con 1200 posti letto (attualmente i posti letto sono circa 5.000 in quota e altri 7.000 a valle, sul versante carinziano).

Lo stesso investitore è in trattative per entrare nel capitale della Bergbahnen Nassfeld-Pramollo Ag, società che gestisce l’intera rete degli impianti di risalita del comprensorio, acquisendo la quota di Hypo Bank (29%). Come è noto, la banca non esiste più e nella sua quota è subentrata la bad bank Heta Asset Resolution, il cui unico scopo è quella di liberarsene al più presto possibile e al miglior prezzo possibile. Già 5 anni fa si era fatto avanti un operatore turistico tirolese con lo stesso proposito, ma non se n’era fatto nulla, perché lo statuto della Bergbahnen richiede per simili operazioni il voto favorevole del 75% dell’azionariato, che quella volta era mancato.

 Ora le cose potrebbero andare diversamente, anche perché lo stesso investitore sarebbe pronto a mettere del suo per coprire interamente i costi a carico dei privati della telecabina di arroccamento di Pontebba, sul versante italiano del polo sciistico. Come è noto, il progetto si trascina ormai da trent’anni da un rinvio all’altro. L’onere maggiore è a carico della Regione Friuli Venezia Giulia, che tuttavia non intende esporsi prima di aver ricevuto sufficienti garanzie dagli investitori privati. O almeno così dice.

Livio Fedrigo - che da 32 anni è sempre presente alla conferenza stampa di inizio stagione e che in queste 32 conferenze stampa ha sempre sentito annunciare come imminente l’avvio dei lavori di costruzione della telecabina - non è apparso molto fiducioso in proposito. Secondo lui non è una questione di garanzie o di soldi, in quanto “manca la volontà politica da parte italiana”  di realizzare l’opera. L’intervento del nuovo interlocutore slovacco, forse, potrebbe sbloccare la situazione.

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La Regione ha perso la pazienza: il progetto Pramollo è morto e sepolto

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06.12.29 03 Pramollo-Nassfeld; Creta d'Aip - CopiaStiamo per leggere l’ultimo capitolo della “storia infinita” del progetto di collegamento funiviario tra Pontebba e Pramollo/Nassfeld. Se ne parla da trent’anni, ma tutto è rimasto sempre soltanto sulla carta, per mancanza di volontà politica e forse non soltanto per quella. L’ultimo inciampo era rappresentato dalla mancanza di garanzie sul piano economico e finanziario, che la Regione Friuli Venezia Giulia imputava all’investitore privato, la società Doppelmayr Italia, che aveva proposto il project financing.

 

Il 27 novembre – come si legge nel comunicato che pubblichiamo qui sotto – la Regione aveva avviato il procedimento per la revoca della dichiarazione di pubblico interesse dell’opera, concedendo 10 giorni di tempo alla Doppelmayr per fornire le garanzie richieste. Il termine scade oggi ed è molto probabile che la richiesta non sarà esaudita. Senza la “dichiarazione di pubblico  interesse” il progetto Pramollo è morto.

 

Ma c’è un’altra novità ancora più interessante. Oggi la Doppelmayr non fornirà alla Regione le garanzie richieste, ma la informerà che il costo del progetto è lievitato in due anni del 25% e che nella stessa misura è lievitato il contributo a fondo perduto a carico della Regione. A questo punto è chiaro che il progetto Pramollo non è solo morto, è morto e sepolto. Ne parliamo nel nostro articolo che pubblichiamo subito dopo il comunicato della Regione.

 

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Questo il testo del comunicato diffuso ieri pomeriggio dalla Regione.

 

"La Regione su Pramollo non ha mai cambiato idea, ma il tempo della pazienza è finito ed è venuto il momento delle scelte definitive". Lo ha affermato l'assessora alle infrastrutture e al territorio del Friuli Venezia Giulia, Mariagrazia Santoro, commentando, a margine dell'audizione con la IV commissione consiliare, l'avvio del procedimento per la revoca della dichiarazione di pubblico interesse, che è stato inviato lo scorso 27 novembre a Doppelmayr Italia srl, soggetto proponente del project financing per la realizzazione e gestione di un sistema di impianti di collegamento a fune fra Pontebba e il comprensorio sciistico di Pramollo-Nassfeld e della conseguente valorizzazione turistica dell'area”.

 

"A fronte di reiterate richieste e incontri che si sono succeduti negli ultimi anni - ha evidenziato Santoro - e alla stessa mediazione del Land Carinzia, abbiamo constatato con amarezza che la procedura per la pubblicazione del bando di gara per la realizzazione non poteva essere portata a termine. Mancano, infatti, sia le garanzie economiche del privato sia un piano economico e finanziario aggiornato asseverato da una banca".

 

"Come ribadito più volte, formalmente e pubblicamente, la Regione - ha sottolineato l'assessora - non ha alcuna intenzione di rinunciare alle garanzie previste, stante il cospicuo investimento di risorse pubbliche tuttora garantite dal bilancio regionale, e tantomeno di pubblicare un bando che si basa su un piano economico non sostenibile a detta dello stesso proponente".

 

"Per questo - ha annunciato Santoro - abbiamo deciso di avviare la procedura di revoca che si perfezionerà qualora, entro 10 giorni dall'avvio (oggi scade il decimo giorno, nda), il privato non fornirà evidenza diretta e inequivoca su entrambe le questioni".

 

"La Regione ha già fatto tutto il possibile, come assumersi il mutuo a proprio carico. È venuto il momento di giocare a carte scoperte - ha concluso l'assessore - e chiarire una volta per tutte se questo progetto può essere sviluppato o meno. Se sarà possibile, la Regione farà la sua parte, altrimenti saranno adottati provvedimenti capaci di andare incontro al territorio in un altro modo".

* * *

 

17.12.07 Arnold Pucher, Werner Krcivoj, Max Rauscher - CopiaLa Carinzia ufficiale tace sull’ultimatum lanciato dal Friuli Venezia Giulia per il progetto di collegamento a fune Pontebba-Pramollo. Il governatore Peter Kaiser non vuole rilasciare dichiarazioni, prima di essere stato ufficialmente informato dalla nostra Regione (che, evidentemente, fino a ieri sera non lo aveva fatto). Soltanto Andreas Schäfermaier, portavoce di Kaiser, accetta di parlare, per confermare che il Land Carinzia mette sempre a disposizione i 6 milioni accantonati per l’intervento, ma resta il partner minore dell’operazione. È il Friuli Venezia Giulia l’investitore principale e pertanto “rientra nella sua responsabilità convincere gli investitori privati” a fornire le garanzie richieste per la realizzazione del progetto.

 

Chi invece parla molto volentieri è Max Rauscher (nella foto), consulente della Bergbahnen Nassfeld-Pramollo, società proprietaria di tutti gli impianti di risalita del polo sciistico carinziano. Rauscher, che in passato era stato assessore regionale alle finanze, è a conoscenza dell’ultimatum che la nostra Regione intende porre alla Doppelmayr Italia (società che avrebbe dovuto realizzare l’impianto) e agli investitori privati austriaci, ma delinea uno scenario che cambia completamente le carte in tavola. Il costo dell’operazione è aumentato in misura esorbitante: dagli 80 milioni previsti nel 2015 è salito ora a 100.

 

Non sappiamo se la Regione ne fosse informata. Di sicuro non ne era informato il Land Carinzia, dato che il portavoce di Kaiser, ieri sera, faceva sempre riferimento ai costi preventivati due anni fa. Ma la nuova situazione sarà presto reso nota, perché la Doppelmayr Italia, come ci ha riferito ieri Rauscher, invierà oggi stesso una lettera a Trieste, con tutti i dettagli e soprattutto con la regina di tutte le domande: è disposta la Regione a farsi carico, per la quota che le compete, del maggior costo?

 

Per capire il senso di queste parole occorre fare un passo indietro e ricordare quali erano le previsioni di spesa di due anni fa. Costo complessivo dell’opera 80 milioni, di cui il 68% con soldi pubblici e il restante 32% coperto da investitori privati. La quota pubblica risultava pertanto di 54 milioni: 6 milioni li metteva il Land Carinzia e gli altri 48 la Regione Friuli Venezia Giulia (non subito, ma rateizzata in 20 anni).

 

Sulle spalle dei privati rimanevano i restanti 26 milioni. Se ne sarebbero fatti carico la Doppelmayr e la società proprietaria degli impianti in quota (a sua volta costituita per un terzo dagli operatori turistici del versante austriaco di Pramollo, per un terzo dal Land Carinzia e per un terzo da Heta Asset Resolution, la bad bank nata dalle ceneri di Hypo Bank). Nel conto dei privati venivano messi non soltanto i costi di realizzazione dell’impianto a fune, delle piste di discesa, dei cannoni per l’innevamento artificiale, ma anche la gestione della telecabina (prevedibilmente in perdita, come accade per tutti gli impianti di arroccamento che gli sciatori utilizzano una sola volta al giorno per salire e una sola volta per scendere) nei prossimi vent’anni.

 

Nella lettera che la Doppelmayr ha annunciato di inviare oggi chiederà alla Regione se è sempre disponibile a farsi carico di quel 68% di un costo lievitato però a 100 milioni. In altre parole, chiederà alla Regione se è pronta a contribuire non più con 48 milioni, ma con 62 (14 milioni in più!) che, sommati ai 6 milioni messi sempre a disposizione dalla Carinzia, raggiungono la somma complessiva di 68 milioni. Ai restanti 32 milioni dovrebbero pensarci i privati: 10 la Doppelmayr e 22 la Bergbahnen Nassfeld-Pramollo.

 

Non conosciamo la risposta della Regione, ma possiamo immaginare quale sarà.

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L’ultimatum su Pramollo: un pretesto per sfilarsi dal progetto

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Trogkofelbahn Nassfeld-Hermagor_Copyright Nassfeld-Hermagor - CopiaGiovedì a mezzanotte scadeva il termine concesso dalla Regione Friuli Venezia Giulia alla Doppelmayr, industria leader mondiale nella costruzione di impianti a fune, per presentare il piano finanziario e le relative garanzie del progetto di collegamento con Pontebba-Pramollo. Ieri era giornata festiva e non ci è stato possibile sapere quale sia stata la risposta dell’investitore privato. Ammesso che risposta ci sia stata.

Dal versante austriaco, infatti, la vicenda presenta una trama differente da quella che ci è stata raccontata in Italia e che abbiamo riportato nel blog di due giorni fa. I ruoli sembrano rovesciati: non la nostra Regione che dà l’ultimatum alla Doppelmayr, ma la Doppelmayr che lo dà alla nostra Regione. La versione “austriaca” ce la racconta sulla “Kleine Zeitung”, quotidiano della Carinzia, la giornalista Elke Fertschey, che ha sentito Max Rauscher, consigliere di amministrazione della Bergbahnen Nassfeld-Pramollo, società che gestisce tutti gli impianti di risalita e le piste del polo sciistico carinziano.

Rauscher fa riferimento ai costi del progetto, aumentati di 20 milioni (da 80 a 100) dal 2009 a oggi, quindi nell’arco di 8 anni (e non di due soltanto, come avevamo riferito l’altro ieri). L’intervento pubblico, secondo il project financing, dovrebbe rimanere sempre al 68% (su 100 milioni, significa 68 milioni): 6 milioni erogati dal Land Carinzia e 62 a carico della Regione Friuli Venezia Giulia.

I termini della questione, secondo Rauscher, sono attualmente i seguenti: la Doppelmayr, prima di procedere, avrebbe chiesto alla Regione garanzie che intende sostenere anche i maggiori costi per la realizzazione dell’opera (62 milioni, anziché i 48 previsti nel 2009); soltanto dopo aver ottenuto questa rassicurazione la società austriaca avrebbe a sua volta fornito alla Regione le garanzie bancarie richieste.

Rauscher riferisce alla giornalista della “Kleine Zeitung” che fin dalla primavera scorsa la Doppelmayr avrebbe chiesto di incontrare i vertici politici della Regione, senza ottenere risposta. Anche per fare chiarezza su una richiesta avanzata dalla Regione nell’autunno 2016 alla società che avrebbe gestito l’impianto di risalita di un deposito cauzionale di 10 milioni. Una misura giudicata piuttosto inusuale.

Insomma, da parte austriaca viene respinta l’accusa di inadempienza nella prestazione delle garanzie e viene al contrario imputata alla Regione la colpa di non aver voluto prestare alcuna garanzia sulla disponibilità a sostenere una spesa lievitata nel frattempo del 25%.

Ma Rauscher va oltre. Ipotizza che il Friuli Venezia Giulia voglia sfilarsi dal progetto e che l’ultimatum sia soltanto un pretesto per venirne fuori in maniera indolore. È questa un’interpretazione condivisa da Uwe Sommerguter, giornalista economico della “Kleine Zeitung”, che alla vicenda ha dedicato ieri un fondino. Sommerguter esprime il sospetto che con l’ultimatum alla Doppelmayr e alla Bergbahnen Nassfeld-Pramollo la Regione Friuli Venezia Giulia voglia passare agli austriaci il cerino acceso, scaricando su di essi la responsabilità del fallimento del progetto.

Il giornalista della “Kleine” ritiene sciocco che un processo di realizzazione del progetto Pramollo, durato oltre vent’anni, possa naufragare ora con un ultimatum di soli 10 giorni. “Quand’anche il collegamento a fune dovesse restare un castello in aria – conclude Sommerguter – i responsabili a Trieste, a Klagenfurt e nella società funiviaria dovrebbero tentare un ultimo ‘viaggio in telecabina’, questa volta portando con sé le garanzie richieste, anziché cerini accesi e ultimatum”.

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Sul progetto Pramollo scoppia un caso politico nel Land Carinzia

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16.04.05 Gernot DarmannIl progetto Pramollo è ormai definitivamente tramontato? Forse no. Forse non è detta ancora l’ultima parola. In Carinzia la vicenda sta diventando un caso politico. A sollevarlo è stato ieri il segretario regionale dell’Fpö, il partito della destra nazional-liberale, Gernot Darmann (nella foto). “Chiedo al governatore Peter Kaiser – ha dichiarato Darmann – che ancor prima di Natale concordi un incontro diretto con la giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, affinché non fallisca il progetto di ampliamento transfrontaliero del polo sciistico di Nassfeld-Pramollo”.

Darmann è leader del partito della destra, che in Carinzia sta all’opposizione. Siede nella giunta del Land, è vero (per un curioso meccanismo elettorale che assegna gli assessorati in proporzione ai voti anche agli eletti che non fanno parte della maggioranza), ma non sta dalla stessa parte del socialdemocratico Kaiser, che è alleato invece con Övp (popolari) e Verdi. Al governo regionale, che potremmo definire così di centro-sinistra, Darmann imputa di lasciare arenare per inerzia “un altro grande progetto della Carinzia”.

Secondo l’esponente della destra, sarebbe troppo poco accontentarsi del fatto che nel bilancio del Land sia stata  mantenuta una voce di spesa per il progetto funiviario di Pontebba (si tratta dei famosi 6 milioni con cui la Carinzia si è impegnata a concorrere ai costi di costruzione della telecabina di arroccamento sul versante italiano di Passo Pramollo) e non si faccia null’altro affinché l’opera sia realizzata. Sarebbe questa una conseguenza del fatto che, nei rapporti dell’euroregione di Alpe Adria, Kaiser avrebbe rivolto tutte le sue attenzioni alla Slovenia, trascurando il Friuli Venezia Giulia. E questo, “benché egli appartenga alla stessa area politica della sua collega Debora Serracchiani”.

Non è una accusa del tutto campata in aria. Benché i rapporti di Kaiser con la nostra regione siano buoni (proprio ieri il governatore ha partecipato all’accensione di due alberi di Natale che la Carinzia ha donato ai Comuni di Tolmezzo e di Cormons), il Landeshauptmann carinziano sembra avere un rapporto privilegiato con la Slovenia, al punto che si dice stia cercando perfino di impararne la lingua, cosa che invece non ha mai tentato di fare con l’italiano (la situazione era diametralmente opposta con Jörg Haider, che invece capiva bene l’italiano, pur non parlandolo, e aveva frequentato con la moglie corsi della nostra lingua in Toscana).

“È in ogni caso una prova di incapacità per la qualità dei rapporti bilaterali – ha continuato Darmann con tono sferzante – che il governo della Carinzia abbia dovuto apprendere dai giornali l’ultimatum del Friuli Venezia Giulia per il progetto Pramollo e non ne sia stato informato in anticipo”. In proposito, Darmann ha ricordato che soltanto il 4 aprile scorso il governatore Kaiser aveva comunicato ufficialmente di aver parlato con la presidente Serracchiani del progetto. “E ora, improvvisamente, questo progetto è drammaticamente in pericolo. La Carinzia così rischia di perdere un’altra chance gigantesca, dopo aver già perduto il nuovo stabilimento della Magna (fabbrica di automobili stiriana, ndr), che sarà realizzato a Maribor”.

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Conclusa la “storia infinita” di Pramollo, un sogno durato 30 anni

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Skifahren am Nassfeld 2014-02-23La “storia infinita” del Progetto Pramollo è… finita. La pietra tombale l’ha calata due giorni fa la Regione Friuli Venezia Giulia, annunciando che “la disponibilità a questo punto viene meno”. Si intende la disponibilità della Regione a sostenere l’opera, a riconoscerne il pubblico interesse e a finanziarla. E senza la Regione non si fa nulla.

Una conclusione di questo genere era scontata. L’assessora Mariagrazia Santoro aveva posto un ultimatum di 10 giorni ai partner privati del project financing, la società Doppelmayr (leader mondiale nella costruzione di impianti a fune) e la Bergbahnen Nassfeld-Pramollo (società che gestisce gli impianti di risalita e le piste del polo sciistico carinziano), entro i quali doveva essere presentato un piano finanziario garantito dalle banche. Il piano non è arrivato nel termine indicato e a quel punto la Regione ne ha tratto le conseguenze. Alcuni avevano sperato in una proroga dei termini e in una riapertura della trattativa con Doppelmayr & C., ma l’ultimatum si sarebbe trasformato in un ridicolo penultimatum e la Regione ci avrebbe perso la faccia. L’assessora Santoro ha dato prova di serietà, dimostrando che le parole pronunciate hanno un senso e non si possono aggirare, anche quando pongono fine a un sogno durato quasi trent’anni.

In questo blog avevamo sempre sostenuto la bontà del Progetto Pramollo, considerandola un’opportunità straordinaria per lo sviluppo di tutto il Tarvisiano, che con un colpo solo (la telecabina di arroccamento Pontebba-Pramollo) avrebbe “acquistato” e fatto suoi i trenta impianti di risalita e gli oltre 100 chilometri di piste in quota, in territorio carinziano.

Gli avversari del progetto non avevano capito che i vantaggi non sarebbero derivati dalla proprietà e dalle gestione degli impianti, che quasi sempre sono in passivo (vedi i conti in rosso di Promotur), ma dagli sciatori che usano quegli impianti e poi però vanno a dormire, a mangiare, a fare acquisti nei paesi a valle. L’aggancio al polo sciistico di Pramollo, uno dei dieci più importanti dell’Austria, avrebbe reso immediatamente il Tarvisiano un comprensorio sciistico tra i più appetibili delle Alpi. Alle borse internazionali del turismo di Milano o di Berlino Tarvisio e la Valcanale avrebbero potuto esibire una mappa di piste e di impianti paragonabile, per quantità e qualità, a quelle dei centri dolomitici, richiamando ospiti da tutta l’Italia, ma anche dal resto d’Europa. Che molta parte di questi impianti fossero in territorio austriaco sarebbe stato un dettaglio irrilevante.

Questo ragionamento non è stato compreso. Si è insistito cocciutamente sul fatto che l’impianto, costruito con soldi italiani, sarebbe servito soltanto a portare i nostri turisti a sciare su impianti austriaci. Mentre la prospettiva andava capovolta: gli impianti austriaci, grazie al collegamento con Pontebba, sarebbero serviti richiamare turisti stanziali, che avrebbero soggiornato a fondovalle, come del resto è avvenuto sul versante austriaco di Pramollo. Là un impianto simile di arroccamento, realizzato 17 anni fa, ha fatto triplicare i posti letto e i pernottamenti nella valle del Gail.

Sono queste le ragioni per cui avevamo sempre sostenuto il Progetto Pramollo, seguendone il suo travaglio trentennale. Ora che tutto è finito, possiamo dire che in fin dei conti è meglio così. Un impianto del genere avrebbe avuto un senso dieci o venti anni fa. Oggi le circostanze sono cambiate. Il riscaldamento climatico ha aumentato la quota neve. All’altezza di Pramollo (1500 metri sul livello del mare) non ci sono più le nevicate di una volta e basta un aumento della temperatura perché anche quella artificiale si sciolga. Tra qualche anno non si scierà più, così come non si scia più sul Matajur, dove fino agli anni ’60 del secolo scorso si disputava addirittura uno slalom gigante, una gara classica del calendario regionale Fis. Non si scierà più a Pramollo, ma non si scierà più nemmeno negli altri poli del Friuli. Sopravvivrà per un po’ soltanto Sella Nevea.

Ecco che allora un investimento come quello del Progetto Pramollo non sarebbe più apparso giustificato, a prescindere alla risposta della Doppelmayr all’ultimatum della Regione. Sarebbe stata un’opportunità straordinaria per lo sviluppo della nostra montagna, ma andava colta qualche anno fa.

* * *

Il “de profundis” per il Progetto Pramollo è stato recitato dalla Regione due giorni fa, in un comunicato di cui ha già dato conto la stampa locale, ma che riportiamo integralmente qui sotto per i nostri lettori.

Trieste, 11 dicembre - "La risposta ricevuta da parte della società Doppelmayr Italia srl, soggetto proponente del project financing per la realizzazione e gestione di un sistema di impianti di collegamento a fune fra Pontebba ed il comprensorio sciistico di Pramollo-Nassfeld e della conseguente valorizzazione turistica dell'area, in riscontro all'avvio della procedura di revoca per la dichiarazione di pubblico interesse, dalla prima analisi in corso non è positiva". Lo comunica l'assessora alle Infrastrutture e Territorio Mariagrazia Santoro.

"I due temi principali posti dalla Regione come condizione per la realizzazione dell'opera, le garanzie e il non aumento dei costi - prosegue Santoro -, non hanno trovato un riscontro positivo. Questo significa che il progetto di valorizzazione di Pontebba e dei poli sciistici regionali dovrà essere declinato in modo diverso rispetto a questo project financing".

"A fronte di un investimento importante da parte del pubblico - precisa Santoro - sia per la nostra Regione che per il Land Carinzia, spiace non ci sia stata analoga lungimiranza da parte di tutti i soggetti, ma per fare un matrimonio bisogno essere in due e la disponibilità a questo punto viene meno. Gli sforzi da parte nostra e da parte del Governo carinziano sono stati molteplici, ma non è possibile rinunciare a garanzie a fronte di risorse pubbliche cospicue, come non è possibile prevedere ulteriori aumenti di costi per la finanza pubblica".

"A stretto giro - conclude l'assessora Santoro - l'Amministrazione Regionale metterà in atto gli atti conseguenti e avvierà la conseguente riprogrammazione delle risorse, affinché la località di Pontebba e i poli sciistici regionali trovino adeguate risposte".

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Si è fatto avanti l’operatore slovacco che vuole “comprarsi” Pramollo

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18.01.06 Igor Rattaj, BratislavaDopo una dozzina d’anni sta per cambiare la proprietà del polo sciistico di Pramollo-Nassfeld, con l’ingresso nella società di un investitore slovacco, disposto ad acquistare le quote di Hypo Bank e persino quelle del Land Carinzia. Avevamo anticipato la notizia in questo blog un mese fa, ora ne abbiamo la conferma. Il nuovo arrivato si è detto anche interessato a realizzare il collegamento funiviario con Pontebba, resuscitando in tal modo il project financing della Regione Friuli Venezia Giulia, ormai dato per morto e sepolto, dopo l’ultimatum alla controparte privata dell’assessora Mariagrazia Santoro (ultimatum, come è noto, rimasto senza risposta). Ma quest’ultima è soltanto una ipotesi, forse un po’ azzardata, che per il momento conviene accantonare.

È certo, invece, che in tempi brevi la Bergbahnen Nassfeld-Pramollo Spa, società proprietaria di tutti gli impianti di risalita in territorio austriaco, vedrà una rivoluzione al suo interno, con l’arrivo del nuovo socio slovacco o, se non lui, di una cordata di investitori della zona. La ragione di tanta certezza è data dal fatto che Hypo Bank, socia per quasi un terzo (il 29,5 per cento) del pacchetto azionario della Spa, intende liberarsi della sua quota, per soddisfare con il ricavato parte dei suoi numerosi creditori.

Ad essere precisi, non si tratta più di Hypo Bank, ormai da tempo defunta, ma di Heta Asset Resolution, la bad bank nata dalle ceneri della holding carinziana, con lo scopo di recuperare in un modo o nell’altro il fardello di non performing loans lasciati dall’istituto e liquidare tutto il patrimonio immobiliare ancora in suo possesso. Era accaduta la stessa cosa – i lettori ricorderanno – con il resort turistico di punta Salvore, meglio noto un tempo come “il paradiso dei leghisti”. Ora è la volta della società di Pramollo.

Hypo Bank vi era entrata nel 2003, quando stava per fallire. Arnold Pucher, pioniere del polo sciistico, aveva fatto il passo più lungo della gamba, realizzando il “Millennium Express”, telecabina che collega il fondovalle carinziano con gli impianti in quota. L’impianto era entrato in funzione nella stagione 1999-2000, ma non aveva dato i risultati economici sperati. Hypo Bank, che allora non era ancora in crisi, era venuta in soccorso, entrando nel capitale della società, e lo stesso aveva fatto il Land Carinzia, con il 33%. Anche la compagnia di assicurazioni Grawe (socia di Hypo) aveva fatto la sua parte, acquisendo il 3,81%.

La situazione è rimasta così fino ad oggi, ma Heta, come dicevamo, ha fretta di liberarsi della sua parte e ha fissato al 19 gennaio il termine per far pervenire le offerte. Uno dei probabili acquirenti è lo slovacco Igor Rattaj, amministratore della Tatry Mountain Resorts Sa, il maggiore investitore della Slovacchia in campo turistico. La società è quotata alla Borsa di Bratislava ed è proprietaria di vari poli sciistici sugli Alti e Bassi Tatra, al confine tra Slovacchia e Polonia, nonché di hotel e parchi acquatici. Dà lavoro a un migliaio di dipendenti e ha un fatturato di 90 milioni.

Rattaj è pronto ad acquistare sia le quote di Heta e Grawe, sia quella del Land. Il terzo restante è in mano agli operatori locali, in primo luogo Pucher (17,55%), con gli impianti sul versante occidentale di Passo Pramollo, e Klaus Herzog (7,84%), con quelli a est, sotto il Gartnerkofel.

Rattaj, però, è contestato da altri operatori locali, che non vedono di buon occhio l’intrusione di uno straniero. Si è formata così una cordata concorrente, che fa capo al costruttore edile (e proprietario di una telecabina a Pramollo) Friedl Seiwald e all’immobiliarista Herbert Waldner, di Klagenfurt, intenzionata a presentare anch’essa una offerta alla scadenza del 19 gennaio.

Rattaj ha le carte migliori, quand’anche il gruppo Seiwald-Waldner presentasse un’offerta più favorevole. Lo statuto della Bergbahnen Spa prevede infatti che la cessione delle quote debba essere approvata dal 75% degli azionisti. Non basta, dunque, che Heta e/o il Land siano d’accordo, serve anche il consenso degli azionisti privati, cioè di Pucher. E quest’ultimo avrebbe già raggiunto un accordo per conto suo con l’operatore slovacco, che gli dovrebbe garantire il controllo della società, indipendentemente dalla collocazione delle quote.

I giochi sono ormai fatti? Non ancora. Rimane un punto di domanda sul comportamento del Land. Cedere le quote di Pramollo a un investitore straniero potrebbe sembrare poco patriottico ed è difficile che il governo della Carinzia, pur avendo un dannato bisogno di soldi dopo aver rischiato lo scorso anno la bancarotta, prenda una decisione così delicata prima del 4 marzo, giorno in cui i carinziani andranno alle urne per rieleggere il consiglio regionale.

 

NELLA FOTO, Igor Rattaj, l’operatore turistico slovacco che ha messo gli occhi sul polo turistico di Pramollo-Nassfeld.

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Grande pubblico sabato a Pramollo per la gara più lunga del mondo

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18.01.23 Pramollo Nassfeld, Schlag das Ass, guinnes primati - CopiaOltre ottocento sciatori parteciperanno domenica a Nassfeld/Pramollo alla gara di discesa con gli sci più lunga del mondo, giunta alla sua nona edizione. Si intitola “Schlag das Ass” (“batti il campione”), perché l’obiettivo dei concorrenti non è soltanto quello di arrivare primi, o tra i primi, al traguardo, ma anche di battere Armin Assinger, l’ex campione austriaco di sci, che è originario di queste parti (è nato a Graz, ma è vissuto poi sempre a Hermagor, dove ha frequentato le scuole).

Era stato Assinger, nove anni fa, a “inventare” questa gara ed è per questo che il titolo in lingua tedesca gioca sul cognome dello sciatore: “Ass” (asso, campione), come “Assinger”. È la gara più lunga del mondo, perché misura 26 chilometri, con un dislivello di 6.400 metri. Ovviamente non esiste da nessuna parte una pista così lunga, nemmeno a Pramollo, ma quella lunghezza da record si può raggiungere percorrendo in successione, una dopo l’altra, le nove piste principali del comprensorio, alternando salite in seggiovia e discese con gli sci ai piedi. Dal 2010 l’evento rientra nel Guinness dei primati, con tanto di certificato (nella foto).

La partenza verrà data dalla stazione a monte del Gartnerkofel, il traguardo da raggiungere è a Tröpolach, cioè alla fine della pista Karnia che scende a fondovalle. Il vincitore sarà premiato con un trofeo. Altri premi sono previsti per maschi e femmine, per gli sciatori che gareggiano in team (da 4 a 6 persone, tra cui almeno una donna; si tiene conto dei quattro tempi migliori), per i migliori sciatori stranieri (un premio per ogni nazionalità) e, tra gli austriaci, per i migliori di ciascun Land dell’Austria.

Poiché però “Schlag das Ass” più che una gara, è una festa sulla neve, il premio più importante (una settimana di mezza pensione in un hotel a 4 stelle di Pramollo, per due persone, con skipass) andrà a chi si sarà avvicinato di più al tempo medio, calcolato facendo una media tra il tempo del primo arrivato e quello dell’ultimo. Insomma, un premio alla portata di uno sciatore medio, perché non conta la velocità, ma la fortuna.

Come ogni anno, è prevista la partecipazione di ex campioni dello sci e di volti dello spettacolo e dell’intrattenimento molto popolari in Austria, anche se pressoché ignoti al pubblico italiano. Lo stesso Assinger, che in Italia si era fatto conoscere nei primi anni ‘90 per aver vinto quattro gare di Coppa del mondo, in Austria oggi è conosciutissimo soprattutto come conduttore da 15 anni del quiz televisivo “Die Millionen Show”, identico in tutto e per tutto al nostro “Chi vuol esser milionario”, e come commentatore televisivo di gare di sci. Insomma, è come se a “Schlag das Ass” partecipasse Jerry Scotti. La presenza di altri personaggi del genere costituisce, per gli austriaci, un ulteriore richiamo, al di là della gara in sé, per cui sabato c’è da aspettarsi a Pramollo un pubblico molto numeroso, soprattutto nell’area di arrivo, dove ci sarà musica con la band “Why Cry Johnny”.

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Travolto e ucciso da una valanga mentre sciava fuori pista a Pramollo

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18.02.02 Neve, pericolo valangheUno sciatore è rimasto vittima di una valanga ieri, sulle nevi di Pramollo. È accaduto verso le 14, nella zona del Trogkofel, situato sul versante occidentale del polo sciistico. La vittima è un uomo di 56 anni, del distretto di Hermagor. Stava trascorrendo la giornata a Pramollo assieme al figlio e a un amico del figlio.

I tre stavano scendendo dal Trogkofel, in prossimità della “Speed-Strecke” (un tratto recintato di pista, attrezzato con cancelli di partenza e di arrivo per poter cronometrare i tempi di percorrenza), quando hanno deciso di abbandonare la pista per sciare in neve fresca. Una scelta azzardata, che è costata la vita al genitore. Poco dopo, infatti, dal pendio si è staccata una piccola valanga, provocata probabilmente dagli stessi sciatori. Il padre è rimasto sepolto, mentre sono stati risparmiati i due ragazzi.

Si è messa subito in moto la macchina dei soccorsi, che non hanno potuto contare però sull’ausilio dell’elicottero, determinante in circostanze in cui ogni minuto conta per la sopravvivenza. Le condizioni meteo (nevicata in corso e scarsa visibilità) non hanno consentito l’intervento del velivolo. Sul posto, così, sono dovute intervenire a piedi le squadre di soccorso, che hanno dovuto scavare un metro e mezzo in profondità nel cumulo di neve prima di rinvenire il corpo dello sciatore.

L’uomo era ancora in vita, ma in condizioni disperate, essendo rimasto sepolto per quasi un’ora, senza possibilità di respirare, non essendo riuscito a proteggersi il viso con le braccia per creare una specie di camera d’aria, mentre veniva investito dalla valanga. È stato caricato su un taboga e fatto scendere fino alla strada, dove era ad attenderlo un’ambulanza. È deceduto durante il tragitto all’ospedale.

“Si era trovato sotto un metro e mezzo di neve – ha riferito più tardi Heribert Patterer, comandante della Polizia alpina di Hermagor – e non aveva spazio davanti al viso per poter respirare. Le possibilità di sopravvivenza erano minime, anche per il troppo tempo passato sotto la neve”. Insomma, è da ritenere che non ce l’avrebbe fatta anche se le condizioni meteo avessero consentito all’elicottero di alzarsi in volo.

Nella “Karnische Region”, la zona in cui si trova Pramollo, così come pure sulle Caravanche ieri il pericolo di valanghe era a livello 4, quindi molto elevato. Ciononostante i principali impianti di risalita del polo sciistico carinziano erano in funzione e le piste relativamente affollate. A Vienna e in Bassa Austria sono incominciate le vacanze scolastiche invernali, che consentono a migliaia di famiglie di trascorrere una settimana di vacanza sulla neve. A Pramollo gli hotel e i residence stanno registrando il tutto esaurito.

“Benché oggi nevicasse tutto il giorno – ci ha riferito Livio Fedrigo, proprietario di uno dei due alberghi del passo, in territorio italiano – la visibilità era buona e le piste molto frequentate. Certo, con il rischio valanghe di livello 4, non era prudente avventurarsi fuori pista”.

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Un’altra valanga nella zona di Pramollo, ma stavolta senza vittime

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18.02.04 Valanga a Pramollo zona strada per Alpenhof Plattner (foto Polizei) - CopiaQuanto il bollettino delle valanghe debba essere preso sul serio lo dimostra una nuova valanga caduta ieri, poco prima delle 14, nell’area di Pramollo. Non su pendii scoscesi, dove qualcuno si era avventurato in un irresponsabile fuoripista (come era accaduto tre giorni fa, con conseguenze letali per uno sciatore), ma lungo la strada che dal vecchio valico di confine conduce all’hotel Alpenhof Plattner, attraversando le pendici occidentali dall’Auernig.

Si tratta di un’arteria che d’estate è accessibile anche alle auto e d’inverno resta innevata e percorribile soltanto dalla motoslitta a servizio dell’hotel, per il trasporto dei clienti e dei loro bagagli. È frequentata anche da sciatori e da turisti appiedati, ma in questi giorni di alto rischio valanghe era stata chiusa a qualsiasi transito.

La valanga precipitata ieri pomeriggio era stata osservata da molti sciatori che si trovavano sulle piste nelle vicinanze o sulla seggiovia del Gartnerkofel. Alcuni avevano dato l’allarme, perché avevano avuto l’impressione di aver visto due donne a passeggio nella zona invasa per circa 150-200 metri dalla massa nevosa.

Dopo la segnalazione si era subito messa in moto la macchina dei soccorsi. Heribert Patterer, ufficiale dell’Alpinpolizei, ha riferito che gli uomini del suo reparto e del soccorso alpino hanno ispezionato sistematicamente l’intero tratto di strada dal valico all’hotel Alpenhof e il conoide della slavina a valle della strada. Le ricerche non hanno dato alcun esito. Il portavoce della direzione di Polizia del Land, Michael Masaniger, ha comunicato alle 17 il cessato allarme. Pare che le due donne segnalate da chi aveva dato l’allarme si trovassero realmente su quel percorso, ma avessero raggiunto in tempo un vicino rifugio.

Ieri in tutta la zona di Pramollo il rischio valanghe era a livello 4, quindi molto elevato. Oggi dovrebbe essere declassato a livello 3.

 

NELLA FOTO, la linea rossa indica l’area di distacco della valanga sul versante occidentale dell’Auernig, attraversata orizzontalmente dalla strada che porta all’hotel Alpenhof sotto il Gartnerkofel. All’estremità destra della foto si intravvede il lago situato all’altezza del passo, in territorio italiano.

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La Doppelmayr realizza in Vietnam la funivia più lunga del mondo

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18.02.06 Vietnam, telecabina Doppelmayr tra isole Phu Quoc e Hon Thom - CopiaL’azienda austriaca Doppelmayr, leader mondiale nella costruzione di impianti a fune, ha inaugurato domenica in Vietnam la più lunga funivia del mondo: collega l’isola di Phu Quoc a quella di Hon Thom, con un triplo cavo sul mare lungo 7,899 chilometri. Naturalmente non è a una sola campata: la fune scorre su carrucole sorrette da sei pilastri in cemento armato alti 164 metri.

Il viaggio da un’isola all’altra dura 15 minuti. Le cabine viaggiano a una velocità di 8,5 metri al secondo e possono ospitare fino a 30 persone. A pieno carico l’impianto può trasportare in una direzione e nell’altra 3.500 persone all’ora.

Non deve stupire che la Doppelmayr si occupi di impianti a fune anche in zone non alpine. Sistemi di trasporto su cavo sono stati realizzati dalla società austriaca in tutto il mondo. Quello inaugurato domenica è il più lungo in assoluto. Il record precedente era detenuto, sempre in Vietnam, da un impianto che sale sulla cima del monte Fansipan, più corto di un chilometro e mezzo e anch’esso progettato e costruito dalla Doppelmayr. Nell’annunciare la conclusione dei lavori della nuova opera, la società austriaca non ha fornito informazioni sui costi.

Come molti lettori ricorderanno, la Doppelmayr è la stessa società che avrebbe dovuto realizzare la telecabina di collegamento tra Pontebba e Pramollo, con un project-financing ai cui costi avrebbero concorso la Regione Friuli Venezia Giulia e il Land Carinzia. Dopo trattative durate anni, l’opera era stata accantonata nel dicembre scorso, quando la Regione aveva fatto sapere che “il tempo della pazienza è finito”. Alla Dopplemayr si richiedevano infatti garanzie bancarie che questa non intendeva prestare. Chissà se anche il committente vietnamita aveva chiesto analoghe garanzie o se la storia di successi in tutto il mondo di questa società aveva rappresentato di per sé una garanzia?

 

NELLA FOTO, il panorama che si gode da una delle cabine dell’impianto a fune realizzato in Vietnam dalla Doppelmayr per collegare le isole di Phu Quoc e Hon Thom.

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Pramollo, il veto di Pucher chiude la porta all'ingresso di nuovi azionisti

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beginner_rail - CopiaPramollo è in una situazione di pericoloso stallo. Ci riferiamo alla Bergbahnen Nassfeld Pramollo Ag, la società degli impianti di risalita del polo sciistico austriaco al confine tra Carinzia e Friuli, che ieri ha tenuto un’assemblea straordinaria. All’ordine del giorno: la cessione della quota detenuta da Heta Asset Resolution, la “bad bank” nata dal naufragio di Hypo Bank con il compito di chiudere tutti i conti in sospeso e recuperare più soldi possibili per soddisfare i creditori scalpitanti. La cessione della quota nella società  (29,5%) aveva proprio questo scopo e il compratore c’era già in attesa fuori della porta.

Invece non se ne farà nulla, perché Arnold Pucher, il pioniere di Pramollo, ha posto il suo veto. L’acquirente – una cordata di operatori della zona – non era di suo gradimento e così “l’uomo del monte” ha detto no. Pucher è parte nella società con il 17,55% e, benché la sua quota sia minoritaria, il suo voto contrario, per le ragioni che spiegheremo, è stato determinante per mandare all’aria l’operazione.

La conseguenza è che, almeno per il momento, la composizione della società sciistica resterà così com’era: 29,5% al consorzio di operatori privati; 33,3% al Land Carinzia attraverso la Kärnten Beteiligung GmbH; 29,5% alla già menzionata Heta. In altre parole: un terzo, un terzo, un terzo. La quota dei privati è così ulteriormente ripartita: Arnold Pucher con il 17,55% già detto, Christoph Herzog 7,84%, Grawe (compagnia di assicurazioni di Graz, un tempo presente anche nel capitale di Hypo Bank) 3,81%; il resto in mano a piccoli azionisti.

Il problema è che questi azionisti hanno esaurito la loro “spinta propulsiva”, come si sarebbe detto un tempo in altri contesti. Non hanno cioè le risorse per garantire lo sviluppo del polo sciistico, che significa investimenti in nuovi impianti e rinnovo di quelli esistenti, alcuni dei quali mostrano ormai evidenti segni di invecchiamento. I privati non hanno più soldi o si sono già esposti con le banche per gli investimenti fatti finora; il Land Carinzia ha un debito di bilancio drammatico e non può spendere altro; infine Heta, il cui unico obiettivo, quello per cui è stata costituita, è di liberarsi al più presto della partecipazione alla società di Pramollo.

L’arrivo di nuovi azionisti avrebbe consentito una svolta promettente. I pretendenti erano due: da una parte, l’investitore slovacco Igor Rattaj, principale operatore turistico nel suo Paese, proprietario di vari poli sciistici sugli Alti e Bassi Tatra, con la sua Tatry Mountain Resorts, società quotata alla borsa di Bratislava (avevamo scritto di lui in questo blog il 7 gennaio scorso); dall’altra, la Swnp Beteiligungen, una srl cui partecipano Herbert e Martin Waldner, Friedl Seiwald e Klaus Herzog, tutti della valle del Gail, che già operano nel settore turistico-immobiliare.

L’offerta migliore è giunta dalla seconda: 4,7 milioni, secondo quanto si è appreso, mezzo milione più di Rattaj. Heta avrebbe ceduto ad acquirenti locali la sua fetta di Pramollo, ma il passaggio delle azioni richiedeva il consenso dell’assemblea degli azionisti e in quella sede è calato il veto di Pucher, cui si è associato Christoph Herzog. Insieme superano il 25%: quanto basta per bloccare la vendita, che in base allo statuto della Bergbahnen Nassfeld Pramollo Ag richiede una maggioranza del 75%.

L’atteggiamento di Arnold Pucher è determinato da due ragioni. La prima è il convincimento che l’operatore slovacco possa dare un contributo migliore alla valorizzazione di Pramollo, così come ha dimostrato di saper fare a casa sua. La seconda è l’astio personale nei confronti dei concorrenti carinziani. Chi conosce il vecchio Pucher sa che sarà difficile fargli cambiare idea.

Ciononostante, al termine dell’assemblea di ieri, il presidente del consiglio di sorveglianza, Max Rauscher, si è assunto l’impegno di cercare un accordo tra le parti, chiedendo tempo fino a Pasqua. Rauscher è un ex politico socialdemocratico (già assessore regionale alle finanze) e nessuno meglio di lui conosce il mestiere della mediazione e del compromesso. Se non dovesse farcela, non rimarrà altro che la via giudiziaria. Dovrà essere chiesta una decisione al Tribunale di Klagenfurt, contro la quale, ovviamente, sarà ammesso ricorso. Insomma, si prevedono tempi lunghi, con il rischio che nel frattempo gli aspiranti acquirenti si stanchino di aspettare e ritirino la loro offerta.

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Lo slovacco che vuole costruire la telecabina Pontebba-Pramollo

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18.08.23 Igor RattajCome l’araba fenice, il progetto funiviario Pontebba-Pramollo potrebbe rinascere dalle sue ceneri. La speranza arriva dai monti Tatra o, per meglio dire, dalla Tatry Mountain Resorts, la principale società proprietaria di impianti di risalita sul versante slovacco dei monti che segnano il confine con la Polonia. Il suo principale azionista Igor Rattaj (nella foto), infatti, è interessato a entrare nella Bergbahnen Nassfeld Pramollo Ag, acquisendone la quota del 33% ora detenuta da Heta Asset Resolution (la bad bank nata dal fallimento di Hypo Bank).

Una volta messo piede nel polo sciistico al confine tra Carinzia e Friuli, Rattaj punterebbe a investirvi parecchi milioni per il rinnovo degli impianti, la creazione di nuovi posti letto e, appunto, l’espansione sul versante italiano. Naturalmente sarebbe necessario riaprire il dialogo con la Regione Friuli Venezia Giulia, che tuttavia troverebbe nell’operatore slovacco – così ci ha dichiarato Max Rauscher, presidente del consiglio di sorveglianza della Bergbahnen – un interlocutore in grado di superare gli ostacoli incontrati finora.

Tutto semplice? Per nulla. All’acquisto della quota di Heta punta anche una cordata di imprenditori carinziani (dalle Gailtal), cappeggiata da Herbert Waldner e Friedl Seiwald, entrambi operanti nelle costruzioni. Ad Heta Rattaj ha offerto 4 milioni di euro, mentre Waldner & C. ne hanno offerti 4,5. La parola definitiva, tuttavia, non spetta a Heta, ma all’assemblea della Bergbahnen, il cui statuto prevede che gli azionisti minori abbiano il diritto di veto.

Tra questi figura Arnold Pucher, pioniere di Pramollo. Pucher non vuole avere tra i piedi imprenditori locali, che metterebbero lingua nella gestione degli impianti. Preferisce di gran lunga un investitore slovacco, che gli lascerebbe il controllo della società, anche perché vede nel suo ingresso prospettive di crescita per il polo di Pramollo.

Il suo veto ha creato una situazione di stallo, che ha reso necessario adire le vie giudiziarie. In primo grado, in questi giorni, il Tribunale ha dato ragione alla cordata Waldner-Seiwald, ma Pucher ha già presentato ricorso in appello ed è pronto ad andare fino alla Corte suprema. La sentenza definitiva, quando arriverà, deciderà non solo sulle sorti del futuro sviluppo di Pramollo, ma anche sull’eventuale realizzazione della telecabina di Pontebba, che ormai veniva data per morta.

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La Carinzia ha investito 26 milioni di euro nei suoi poli sciistici

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18.11.18 Poli sciistici in Carinzia, turismo invernaleAnche la Carinzia investe molto nel turismo invernale, pur se non nelle stesse proporzioni del Tirolo. In questo Land l’industria continua ad essere uno dei fattori più importanti del Pil. Il turismo viene dopo e fino a qualche tempo fa era soprattutto il turismo estivo a contare. Ma negli ultimi anni ha aumentato il suo peso anche quello invernale.

In vista dell’imminente stagione dello sci, qui sono stati fatti lavori per oltre 26 milioni di euro. Riguardano prevalentemente impianti di innevamento artificiale, perché, con il cambio climatico – che alcuni insistono a negare, ma che evidentemente c’è – questo è l’unico modo per garantire il manto nevoso sulle piste.

L’intervento più costoso è stato fatto sul Katschberg, il comprensorio sciistico a cavallo tra Carinzia e Salisburghese. Si tratta di una nuova telecabina ai piedi dell’Aineck. Entrerà in funzione il 1. dicembre, in coincidenza con l’apertura della stagione invernale. L’impianto è costato 12,5 milioni. Gli altri 13,5 milioni sono stati spesi nel miglioramento delle infrastrutture, in particolare negli impianti di innevamento, come si è detto: 5 milioni a Pramollo-Nassfeld, 1,7 milioni alla Turracher Höhe, 550.000 euro ad Heiligenblut, 2 milioni sulla Gerlitzen, 2,4 milioni a Bad Kleinkirchheim.

Benché lo sforzo possa sembrare notevole, non è ritenuto sufficiente da Wolfgang Löscher, amministratore della società che gestisce gli skipass regionali e il marketing dei poli sciistici della Carinzia. A suo dire, servirebbero altri soldi per rinnovare quasi completamente gli impianti, che hanno ormai tra i 20 e i 30 anni di vita. Gran parte di quelli che conosciamo furono costruiti negli anni ’90, grazie al contributo finanziario concesso allora dal Land, che voleva dare un forte impulso a questo settore turistico. Da allora però i cordoni della borsa pubblica si sono stretti e ogni comprensorio ha dovuto arrangiarsi con i propri mezzi. Oggi sarebbero necessari altri 200 milioni, non per nuovi impianti, ma per sostituire e rinnovare quelli che ci sono. I privati possono metterci del loro, ma senza un aiuto pubblico non si combina nulla. Del resto, in Friuli tutti gli impianti sono della Regione e prima di diventare pubblici stavano chiudendo per fallimento.

Nel frattempo i gestori dei vari poli sciistici hanno ritoccato le tariffe degli skipass, con un aumento mediamente dell’1,9% rispetto alla precedente stagione. I comprensori più costosi sono sempre Nassfeld e Bad Kleinkirchheim, dove lo skipass giornaliero per un adulto, in alta stagione, costerà 48 euro. Questi i prezzi nelle altre principali località: Ankogel 47,50 euro, Dreiländereck (Arnoldstein-Monte Forno) 36,50, Gerlitzen 47,50, Goldeck 42, Heiligenblut-Grossglockner 45, Katschberg 47, Kötschach-Mauthen 32, Ghiacciaio della Mölltal 47,50, Turracher Höhe 47,50, Weissensee 29.

 

 

Pramollo. Si apre la stagione dello sci, silenzio sul progetto Pontebba

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18.11.18 Pramollo-Nassfeld, foto Livio FedrigoVenerdì si apre la stagione sciistica a Pramollo-Nassfeld, il polo sciistico al confine tra Friuli e Carinzia. Madre natura ci ha messo di suo 15 centimetri di neve naturale. Al resto ci hanno pensato i 390 cannoni della rete di innevamento artificiale, per cui fin dal giorno inaugurale si potrà sciare sul 60% di un comprensorio perfettamente innevato e preparato.

Pramollo, con i suoi 110 chilometri di piste e 30 impianti di risalita, figura tra i primi dieci poli sciistici dell’Austria per dimensione e qualità delle strutture. Ma in realtà, visto da sud, può anche essere considerato come “il più grande polo sciistico a nord del Friuli”, perché è da questa regione che proviene la maggior parte degli sciatori pendolari del fine settimana (quelli stanziali, invece, sono in prevalenza tedeschi e austriaci).

Quali novità vi troveranno quest’anno gli italiani? Ne hanno parlato ieri, in una conferenza stampa a Udine, Sonja Kucher, dell’ufficio turistico di Hermagor, e Livio Fedrigo, storico rappresentante italiano di Pramollo, dove gestisce l’albergo “Wulfenia”, subito al di qua del passo. Sono stati investiti 7 milioni nel miglioramento delle piste e soprattutto in impianti di innevamento di ultima generazione, dotati di misuratori di profondità della neve e in grado di entrare automaticamente in funzione, durante la notte, quando le condizioni climatiche sono più favorevoli alla creazione di un nuovo manto nevoso di qualità.

Ma allo sciatore italiano interessa soprattutto conoscere il prezzo dello skipass. Quello giornaliero, per adulti, è aumentato a 45 euro in bassa stagione e 49 euro in alta (un euro in più rispetto allo scorso anno). Non è stata superata ancora la soglia dei 50 euro, di grande impatto psicologico, ma ci siamo quasi. Non dipende tanto dall’inflazione, quanto piuttosto dal cambiamento climatico, che non regala più la neve gratis, come ai bei tempi: quella artificiale costa (acqua ed energia elettrica), ne serve ogni anno sempre di più e qualcuno deve pur pagarla, se i gestori degli impianti non godono di aiuti pubblici.

È questa la sostanziale differenza con i poli sciistici friulani, di dimensioni minori e quindi con costi minori di gestione. Ed è anche questa la ragione per cui negli ultimi anni si è registrata una graduale diminuzione dei pendolari italiani a Pramollo: chi non ha bisogno di 110 chilometri di piste per divertirsi, preferisce andare a Tarvisio o sullo Zoncolan, dove si scia su un minor numero di piste, ma l’offerta è molto migliorata e lo skipass costa meno.

Abbiamo indicato il costo del giornaliero, ma ovviamente vi è un’offerta molto varia di prezzi inferiori, a seconda dell’ora in cui si comincia a sciare, dell’età, degli abbonamenti per più giornate, degli acquisti per gruppi. Per esempio, un bambino fino a 10 anni, se scia con i genitori, ha lo skipass gratuito.

In genere c’è la tendenza a favorire nei prezzi e nell’offerta chi fa una vacanza a Pramollo per più giorni, pernottando in zona. Le strutture ricettive in quota dispongono di 5.000 posti letto, cui si aggiungono altri 7.000 a valle, sul versante carinziano. Le prenotazioni sono incoraggianti, tanto che negli alberghi e residence da gennaio si ha il quasi esaurito e, salvo improvvisi cambi climatici, si spera di poter migliorare i risultati della precedente stagione, che già erano stati eccellenti, con 738.718 pernottamenti, il 12,7% in più rispetto all’anno prima.

Questo dato in crescita contraddice quanti sostengono che il turismo invernale sia in crisi. Almeno a Pramollo e dintorni va a gonfie vele, rappresentando una voce sempre più importante del prodotto interno lordo del Land, pur rimanendo al di sotto del turismo estivo (si stenterà a credere, ma i pernottamenti estivi qui sono stati 858.692). Tornando agli ospiti invernali, al primo posto vengono i tedeschi (44,6% dei pernottamenti), seguiti da austriaci (23,8%) e olandesi (15,4%); al quarto posto gli italiani, con 45.603 pernottamenti (5,3%).

La principale novità nella conferenza stampa di ieri, tuttavia, è quella che non è stata detta: per la prima volta dopo quasi trent’anni – ne siamo personalmente testimoni – non si è parlato del leggendario collegamento a fune con Pontebba. Proprio un anno fa la scelta della Regione Friuli Venezia Giulia di ritirarsi dal project financing aveva posto una pietra tombale sul progetto, che tante speranze aveva suscitato per anni a Pontebba (e non solo a Pontebba).

Discorso chiuso, ma non completamente. Anche se nella conferenza stampa non se n’è parlato, sappiamo che uno dei soci della Bergbahnen Nassfeld-Pramollo Ag (società che gestisce parte degli impianti di Pramollo), con una quota del 33%, vuole assolutamente andarsene: è la Heta Asset Resolution, bad bank nata dalle ceneri di Hypo Bank, il cui unico scopo è di liberarsi di tutte la partecipazioni mobiliari e immobiliari dell’ex banca. Da tempo ha messo in vendita la sua quota della Bergbahnen e ha trovato addirittura due compratori, un operatore turistico slovacco e una cordata di imprenditori locali. I secondi hanno fatto l’offerta migliore, ma Arnodl Pucher, pioniere di Pramollo e tuttora presente nella società con il 17,5%, ha posto il suo veto bloccando tutto (può farlo, perché lo statuto glielo permette). Pucher, infatti, preferirebbe l’operatore slovacco, che entrerebbe nella Bergbahnen con il proposito di investirvi nuovi capitali e avviare nuovi progetti. Tra questi, anche il collegamento con Pontebba, defunto appena un anno fa.

Per uscire dallo stallo, gli acquirenti locali hanno fatto ricorso al Tribunale, che ha dato loro ragione, ma Pucher ha presentato a suo volta ricorso alla Corte d’appello di Graz. Attualmente le parti sono in attesa della sentenza, che ci dirà chi sarà il nuovo socio di Pramollo, in sostituzione di Heta Asset Resolution, ma soprattutto se il collegamento a fune con Pontebba potrà rinascere dalle ceneri.

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Strade e ferrovie in Austria semiparalizzate dalle nevicate

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19.01.05 Autostrada dei Tauri (Salisburghese) innevata - CopiaTroppa grazia sant’Antonio, si diceva un tempo, per indicare che un desiderio era stato esaudito, ma in misura eccessiva e forse con effetti non proprio positivi. Anche gli austriaci avevano espresso un desiderio: quello di veder cadere la neve da tempo latitante. Probabilmente non si sono rivolti a sant’Antonio, ma comunque qualcuno lassù deve averli ascoltati e ha accolto il loro desiderio. Solo che ha esagerato nelle dosi.

Da ieri buona parte dell’Austria è semiparalizzata dalle precipitazioni. La neve è caduta in abbondanza dal Vorarlberg, all’estremo ovest, fino a Vienna, causando non pochi problemi alla circolazione stradale. Qui la situazione ha raggiunto un livello di criticità tale che ieri l’”Aussenring A21” (non una strada secondaria, ma un anello autostradale a ovest della capitale, che da Mödling attraversa il “bosco viennese” per innestarsi poi nella “Westautobahn A1”, quella che prosegue per Linz) è rimasto completamente chiuso fino alle 11.30.

Sempre in zona viennese, ma sul versante orientale, al confine con la Slovacchia, si è registrato l’unico incidente stradale con esito mortale. È accaduto a sud di Marchegg, sulla statale B49: nello scontro tra due auto, un passeggero è morto, due sono rimasti gravemente feriti e altri due feriti in modo lieve. Numerosi altri incidenti dovuti a neve e ghiaccio sono stati segnalati un po’ ovunque, ma per fortuna soltanto con feriti o danni ai mezzi.

A complicare le cose ci si è messo il traffico intenso dei rientri dalle vacanze nei poli sciistici, soprattutto del Tirolo e della Stiria superiore. In questa regione molte strade, tra cui la statale della valle dell’Enns, sono state chiuse per il rischio di valanghe. Anche il traffico ferroviario, su alcune linee, è stato sospeso. Il pericolo incombente di valanghe su alcuni centri abitati ha reso necessaria l’evacuazione di alcune centinaia di persone. Alcune località alpine sono rimaste completamente isolate e, dato il perdurare del maltempo, non si sono nemmeno potuti levare in volo gli elicotteri dell’esercito, per portare viveri e soccorsi.

Sull’autostrada dei Tauri, nel settore salisburghese, si sono formate colonne di veicoli costretti a procedere a passo d’uomo. Molte strade chiuse per il pericolo di valanghe anche in Tirolo. Difficoltà nei decolli dall’aeroporto di Innsbruck, dove molti turisti stranieri erano in attesa di far ritorno a casa. I voli per Londra e per Francoforte sono stati cancellati, mentre molti aerei attesi a Innsbruck sono stati invece dirottati su altri aeroporti più sicuri.

Il “Zentralanstalt” per la meteorologia prevede nuove intense nevicate anche la prossima settimana. In una mappa dell’Austria diramata ieri sera, veniva segnalata una situazione di emergenza nel Vorarlberg, in Tirolo, nel Salisburghese e nella fascia montuosa tra Alta Austria e Stiria. Nella mappa erano segnate in rosso (da considerarsi quindi ad alto rischio) zone dal Tirolo alla Stiria, a nord del crinale alpino.

Nessuna emergenza, invece, nelle regioni più a Sud dell’Austria, la Carinzia e la Stiria meridionale, dove non sono previste precipitazioni. A Pramollo-Nassfeld, il polo sciistico carinziano al confine con il Friuli, non nevica dal 20 dicembre e non vi sono nuove nevicate in vista. Forse qui ci si è dimenticati di pregare sant’Antonio o non lo si è fatto con troppa convinzione.

 

NELLA FOTO, viaggio in mezzo alla neve sull’autostrada per Salisburgo, al di là dei Tauri.

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Domani in 800 sugli sci a Pramollo per battere il campione Assinger

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19.01.18 Armin Assinger, Schlag das Ass 2018 - CopiaDomani si svolgerà a Nassfeld-Pramollo una gara di sci molto particolare, che ormai è diventata una tradizione. Parliamo di “Batti il campione!”, la gara di sci più lunga del mondo, chiamata così perché gli sciatori che vi partecipano, tutti dilettanti, si cimentano per cercare di fare meglio di Armin Assinger, l’ex stella dello sci austriaco.

È lui il campione da battere, anche se Armin ormai, data l’età (54 anni), non è più un campione della neve. Scia ancora, ma ora è diventato un “campione” della tv, che lo ha reso popolare come commentatore di gare sciistiche e soprattutto come conduttore di eventi, tra cui in particolare il “Millionenshow” (lo stesso proposto anche in Italia con il titolo “Chi vuol esser milionario”).

Fu Assinger 10 anni fa a ideare questa particolare sfida sulla neve. La gara si sviluppa su un tracciato di 26 chilometri. Ovviamente non sono 26 chilometri di discesa continua, ma un alternanza di discese e risalite in seggiovia attraverso 9 piste di varie difficoltà in tutto il comprensorio. Per ragioni organizzative il numero dei partecipanti è limitato a 800, altrimenti gli iscritti sarebbero molti di più e non si finirebbe mai. “Batti il campione!” (in tedesco “Schlag das Ass!”, dove la parola “Ass” sta per “asso”, ma anche un richiamo al nome Assinger), infatti, è uno degli appuntamenti più attesi della stagione di Nassfeld Pramollo e riconosciuta ufficialmente come la gara di sci più lunga del mondo dal Guiness dei primati.

In gruppi di 20, gli atleti partiranno a intervalli di 2 minuti. Sarà cronometrato il loro tempo, per vedere se qualcuno riesce a battere Armin Assinger (è già accaduto), il cui record è di 50 minuti e 38 secondi. Ma il premio più importante, il “Trofeo Nassfeld”, non andrà al più veloce ma a chi avrà impiegato il tempo più vicino alla media calcolata sui tempi di tutti i partecipanti. In altre parole, è impossibile prevedere chi sarà il vincitore, perché il risultato dipenderà dal caso. Chi sarà baciato dalla fortuna si porterà a casa il trofeo, ma avrà anche  la possibilità di guidare per 6 mesi una Ford Focus Crossover.

Inutile dire che la gara richiama a Nassfeld e soprattutto a Tröpolach, la località a valle dove arriva la pista di discesa “Karnia”, numerosi spettatori, perché tra i concorrenti figurano personaggi molto noti al pubblico austriaco. Ma “Batti il campione!” non sarà l’unico evento da seguire: a conclusione della gara si esibiranno sulle piste i due mountain biker Stefan Müller e Florian Lerchbaumer in una performance di “bike stunt” sulla neve.

Dettagli sulla manifestazione si possono trovare (purtroppo solo in tedesco) al link www.schlagdasass.at.

 

NELLA FOTO, il “campione da battere” Armin Assinger alla gara dello scorso anno.

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