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Scontro tra due sciatori a Pramollo, muore una turista ceca di 44 anni

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15.03.06 Elicottero di soccorso FlyMed u1_medicopter117_03_Tragedia ieri mattina sulle nevi di Pramollo-Nassfeld. Due sciatori, entrambi della Cechia, si sono scontrati e uno è deceduto per le gravi lesioni riportate alla testa. La disgrazia è accaduta poco dopo le 11, sulla pista della Trögelbahn, quella che tutti conoscono, perché servita da una delle prime seggiovie quadriposto in partenza dalla conca al centro del comprensorio sciistico, sulla sinistra, per chi vi giunga dall’Italia.

L’impianto porta dai 1400 metri della stazione a valle ai 1875 della Tressdörfer Höhe e da lì si può proseguire verso altre direzioni oppure far ritorno al luogo di partenza. Le piste su questo versante sono tutte di media difficoltà. L’incidente è avvenuto su una di queste.

La vittima è una turista ceca di 44 anni, in vacanza a Pramollo. La donna era caduta durante la discesa e si stava rialzando, quando improvvisamente è arrivato alle sue spalle un altro sciatore di 63 anni, lui pure ceco, che non ha fatto in tempo ad accorgersi della sua presenza e le si è schiantato addosso. L’impatto è stato molto violento e per la sciatrice, purtroppo, fatale. La donna – secondo quanto ha riferito Heribert Patterer, della stazione di polizia di Hermagor – dovrebbe aver riportato un grave trauma cranico. Non si è potuto sapere se indossasse o meno il casco.

L’allarme alla stazione di servizio della Croce rossa è stato immediato. Dopo pochi minuti erano già sul posto i sanitari del soccorso con un medico, che ha potuto soltanto constatare il decesso della sciatrice. Il connazionale che le era piombato addosso ha riportato anche lui lesioni nella caduta: una probabile frattura a un ginocchio, per cui è stato trasportato al “Klinikum” di Klagenfurt con un elicottero della società FlyMed, che presta servizio stanziale a Pramollo.

Sono in corso accertamenti da parte della polizia per determinare le modalità della disgrazia. Ieri pomeriggio il ceco non era stato ancora interrogato. In base alle testimonianze di chi ha assistito all’incidente e ha dato l’allarme, l’uomo si sarebbe accorto della presenza della donna caduta sulla neve soltanto all’ultimo momento e non sarebbe stato più in grado di schivarla. Nessuno ha saputo dire a quale velocità stesse scendendo. Gli inquirenti hanno solo potuto constatare che poco sopra il luogo dell’incidente la pista è attraversata da una carrareccia (ovviamente in questa stagione coperta di neve), che forma una specie di gradino: chi scende lungo la pista, non riesce a vedere subito cosa c’è al di là di questa strada trasversale. In altre parole, l’infortunio mortale sarebbe dipeso da un problema di visibilità mancante, di cui lo sciatore ceco non deve aver tenuto conto.

All’ora dell’incidente le piste del polo sciistico di Pramollo erano affollate, in particolare quella della Trögelbahn che, trovandosi al centro del comprensorio, è un transito quasi obbligato per chiunque voglia trasferirsi dall’area orientale del Gartnerkofel a quella più occidentale della Rudnigtal, ai piedi della Creta d’Aip. Febbraio e marzo sono i mesi migliori per le vacanze sulla neve e non solo a Pramollo, ma anche a fondo valle (sul versante carinziano, ovviamente, visto che su quello di Pontebba non c’è ancora un collegamento a fune), alberghi e pensioni sono al completo. Folta, soprattutto, la presenza di turisti ungheresi, polacchi e cechi, come i due che si sono scontrati. L’affollamento della pista, tuttavia, potrebbe essere stata soltanto una concausa della disgrazia.

Un incidente sciistico con esito mortale non accadeva da tempo a Pramollo. L’ultimo che si ricordi risale a oltre 10 anni fa, ma in quell’occasione si era trattato di uno sciatore che era andato a sbattere da solo contro un albero. Lo stesso destino toccato nel dicembre scorso a uno studente di 21 anni della Rosental (Carinzia), nel polo sciistico del Katschberg. Era uscito di pista ed era andato a sbattere anche lui contro un albero, morendo sul colpo.

 

NELLA FOTO, l’elicottero Airmed 1 della società FlyMed, che ha trasportato a Klagenfurt lo sciatore ceco infortunato. Da novembre l’elicottero è permanentemente presente nel polo sciistico di Pramollo, per poter tempestivamente intervenire in caso di incidenti.

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Pramollo, chiesto il fallimento dello storico hotel Wulfenia

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15.06.02 Hotel Wulfenia, NassfeòdLa stagione sciistica invernale, che si è conclusa nella settimana dopo Pasqua, è stata più che soddisfacente per gli operatori turistici di Pramollo, ma non per tutti. Non lo è stata per l’hotel Wulfenia, lo storico albergo sul versante austriaco del passo, di cui in questi giorni è stato chiesto il fallimento. L’istanza è stata avanzata da un creditore, ma non si sa nulla di più. Non si sa se si tratti di un fornitore, del fisco o, per esempio, della Gebietkrankenkasse (l’istituto di previdenza, a cui vanno versati i contributi per il personale dipendente). E, ovviamente, non si sa neppure quale sia l’ammontare della massa passiva.

L’istanza di fallimento non riguarda la società proprietaria, la Dardanex Holdings Limited, con sede a Cipro, che fa capo all’investitore russo Dmitry Kalantyrsky (è il direttore della banca Smp di Mosca). Kalantyrsky l’aveva acquistato nel dicembre 2014, per 5,6 milioni di euro, da Arnold Pucher jr, figlio dell’omonimo Pucher pioniere e artefice delle fortune del polo sciistico carinziano al confine con il Friuli. No, in difficoltà sarebbe la società di gestione, la “Dardanex Hotelbetriebsgesellschaft m.b.H.” (la denominazione in tedesco significa “società a responsabilità limitata di gestione alberghiera”), di cui è direttore il pontebbano Riccardo Bearzotti, proprietario anche del “Gallo forcello”, uno dei due hotel sul versante italiano di passo Pramollo (l’altro si chiama anch’esso “Wulfenia”, ma, oltre al nome, non ha nulla da spartire con l’omonima struttura in territorio carinziano).

Il Tribunale di Klagenfurt ha nominato curatore fallimentare l’avv. Philipp Mödritscher, di Hermagor. I creditori avranno tempo fino al 7 luglio per presentare le loro richieste. Soltanto dopo quella data si potrà conoscere l’ammontare delle passività e il Tribunale potrà decidere se accogliere o meno l’istanza di fallimento.

A Pramollo, ovviamente, c’è preoccupazione per l’ipotesi peggiore. Il Wulfenia è uno dei primi alberghi costruiti nella zona da Arnold Pucher sen., nel lontano 1963, quando l’attuale carosello di impianti di risalita e di piste doveva ancora nascere. All’epoca era una struttura all’avanguardia, con una propria piscina interna le cui vetrate si affacciavano direttamente sulle piste di sci. Nel tempo sono sorti altri hotel più moderni e confortevoli e per questo la nuova proprietà russa vi aveva investito più di 3 milioni, per riportare il vecchio Wulfenia all’antico splendore. Per ora è un elegante hotel di categoria 4 stelle superior, con 150 posti letto, ma quando i lavori saranno finiti dovrebbe guadagnare una quinta stella.

Il Wulfenia si trova in bella vista nel primo nucleo di edifici residenziali subito dopo la zona del passo. Per questo preoccupa l’eventuale chiusura, per il danno d’immagine che procurerebbe all’intero comprensorio. Tra gli operatori, tuttavia, c’è speranza che la struttura possa continuare a lavorare, anche mentre le procedure fallimentari sono in corso.

 

NELLA FOTO, una recente immagine dell’hotel Wulfenia.

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In vendita il prestigioso hotel Carinzia ai piedi di Pramollo

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15.06.12 Tröpolach, hotel Carinzia, Flakensteiner GruppeIl gruppo sudtirolese Falkensteiner, proprietario di 28 alberghi a 4 e 5 stelle e tre residences per vacanze in Italia, Austria e Croazia, cerca compratori per l’hotel “Carinzia” di Tröpolach, ai piedi del polo sciistico di Nassfeld/Pramollo. La notizia ha suscitato grande clamore in Carinzia, perché giunge poco dopo quella abbastanza inquietante del fallimento chiesto per lo storico “Wulfenia”, sempre a Pramollo, e dopo l’annuncio del fallimento di un altro hotel a 5 stelle, il “For friends”, inaugurato da pochi mesi a Telfs (Tirolo), la stessa località dove in questi giorni si è tenuto  l’annuale incontro a porte blindate del gruppo Bilderberg. Fra i tre casi non c’è alcuna relazione, se non la casuale concomitanza di tempi.

Da parte di Otmar Michaeler, che guida il gruppo Falkensteiner, sono giunte parole rassicuranti. “La vendita non rappresenta nulla di insolito – ha dichiarato alla “Kleine Zeitung”, quotidiano della Carinzia e della Stiria – Noi stiamo per liberarci di altri tre o quattro hotel in Austria, pur intendendo continuare a gestirli, con un contratto di affitto a lungo termine”. L’operazione “Carinzia” rientrerebbe nella strategia del gruppo di progettare strutture ricettive, realizzarle e, dopo un certo periodo di avviamento, cederne a terzi la proprietà, per recuperare il capitale, ma mantenendone la gestione. Per il “Carinzia” il periodo di “avviamento” è durato 10 anni.

Dell’impero alberghiero Falkensteiner, ben sei pilastri si trovano proprio in Carinzia. Oltre all’hotel ora in vendita, che porta il nome del Land, vi è, sempre a Pramollo, il Sonnenalpe (situato di fronte al Wulfenia e anche questo, un tempo, di proprietà dei Pucher). Altri tre alberghi si trovano al Katschberg (sono il Club Funimation, il Cristallo e l’Edelweiss).

Il fiore all’occhiello del gruppo in Carinzia è però lo Schlosshotel di Velden, sul Wörthersee. È un albergo a 5 stelle, che in tempi migliori era stato acquistato e completamente ristrutturato da Hypo Bank, per una spesa di 120 milioni e, dopo la crisi dell’istituto, svenduto per la metà del suo valore all’immobiliarista viennese Karl Wlaschek, recentemente scomparso. Lo Schlosshotel di Velden rappresenta il modello di operatività a cui intende ora ispirarsi il gruppo Falkensteiner, che è qui presente come gestore, mentre la proprietà era fin dall’inizio di Wlaschek e ora dei suoi eredi.

Qualcosa del genere dovrebbe accadere in futuro per il “Carinzia” di Tröpolach. La ricerca di compratori è stata affidata a una società specializzata nel ramo, la “Christie & Co”. Otmar Michaeler è ottimista di poter presto concludere l’affare, perché “la situazione di mercato è buona e molti operatori sono pronti a investire”.

Il “Carinzia” ha ottime credenziali: ha 160 ampie camere e suite, una immensa zona spa di 2400 metri quadrati e, quel che più conta, è situato a due passi dalla telecabina del Millennium Express, che collega in pochi minuti alle piste di sci di Pramollo. Unico limite, l’aspetto architettonico, che lo fa sembrare a un ospedale o a una caserma.

 

NELLA FOTO, l’hotel “Carinzia” di Tröpolach, sul versante austriaco del polo sciistico di Pramollo/Nassfeld. Sullo sfondo si intravvedono la telecabina e la pista del Millennium Express.

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Raid ladresco negli alberghi di Pramollo. Asportata una cassaforte

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10.09.10 Nassfeld-Pramollo, Alpenhof Plattner 74256640e3Lo spartiacque carnico, quello che i carinziani chiamano “Karnische Region”, era fino a ieri un’isola felice, dove si poteva andare a dormire senza chiudere la porta a chiave, perché tanto non sarebbe venuto nessuno a derubarti. Così, almeno, fino a ieri. Ora non più. Dopo quel che è accaduto nella notte tra venerdì e sabato a Pramollo – ma se n’è avuto notizia soltanto ieri  - nessuno più dorme sonni tranquilli, anche se ha sbarrato porte e finestre.

Tre malviventi, armati di tutto punto, hanno compiuto una raffica di furti ai danni di alberghi al di là e al di qua del confine. Lo hanno fatto tra le 23 di venerdì e le 2 di sabato, mentre i proprietari, il personale di servizio e gli ospiti dormivano, e sono riusciti a farlo con tutta calma, da veri professionisti, senza che nessuno se ne accorgesse. Hanno portato via soltanto denaro, anzi, soltanto banconote, trascurando monete e altri oggetti anche di valore. Non è noto l’ammontare del bottino, ma dovrebbe aggirarsi su decine di migliaia di euro. Per non parlare dei danni causati con l’effrazione di porte e finestre.

Il raid ha avuto inizio al bar “Kofelam” sulla vetta del monte Madrizze, a quota 1919 metri, dove convergono i principali impianti a fune del comprensorio e dove un giorno, forse, arriverà anche quello in partenza da Pontebba. Qui i ladri sono giunti verso le 23, sicuri di non trovare nessuno (il personale se ne va alle 17). Hanno agito indisturbati, forzando la porta d’ingresso e svuotando cassetti e portafogli contenenti denaro. Per raggiungere la vetta del monte Madrizze si sono serviti di un’auto e ciò induce a pensare che conoscessero bene la zona, perché la pista di salita è piuttosto impervia e difficile da percorrere anche di giorno. Figurarsi con il buio della notte!

La seconda tappa è stata l’hotel Gartnerkofel, di proprietà di Martin Waldner, al centro del villaggio turistico al di là del passo, in territorio austriaco. In questa occasione sono stati meno fortunati. Proprio nella notte tra venerdì e sabato, ogni settimana, viene svuotata la piscina per il ricambio dell’acqua e, per ragioni di sicurezza, l’operazione è segnalata da una specie di allarme. I malviventi, forse credendo di aver provocato essi stessi quell’allarme, si sono spaventati e si sono subito allontanati. Non si sono accorti della presenza di un operaio addetto alla piscina, che per prudenza si è nascosto dietro una sdraio, ma grazie alla sua testimonianza si sa che la banda era composta da tre persone, tutte vestite con una tuta e con un passamontagna in testa (probabilmente per nascondere il loro volto alle telecamere di sorveglianza).

Tappa successiva la scuola di sci Söller, non molto distante. Hanno avuto qualche difficoltà ad aprire la porta e così hanno rinunciato al colpo, per spostarsi in territorio italiano. Ormai era passata quasi mezz’ora dalla mezzanotte. Sono entrati nell’hotel “Wulfenia” di Livio Fedrigo, forzando una finestra. Una volta dentro, si sono impossessati del denaro trovato nel registratore di cassa. In un cassetto hanno trovato anche le chiavi di un furgone Renault Traffic, che Fedrigo aveva acquistato soltanto 10 giorni prima.

Prima di andarsene hanno fatto visita anche all’hotel “Gallo forcello”, di Riccardo Bearzotti, proprio di fronte. Anche qui hanno forzato la porta d’ingresso e hanno prelevato tutti i soldi trovati nella cassa e nei cassetti. Un’operazione condotta in tutta calma, come appare dalle registrazioni delle telecamere di sorveglianza, che hanno ripreso i malviventi mentre raccoglievano le banconote, ordinandole in mazzette, come se non avessero fretta o timore di essere scoperti.

A questo punto il furgone dell’hotel “Wulfenia”, di cui possedevano le chiavi, è stato comodo per tornare in territorio austriaco e salire per la carrareccia fino all’hotel Alpenhof, di Hans Plattner, sotto il Gartnerkofel. È stato ripetuto il copione dei colpi precedenti: forzata la porta d’ingresso, forzata la porta interna che dà accesso al bar, svuotata la cassa del bar e tutti i portafogli del personale. I ladri, attraverso un corridoio interno, sono scesi alla reception, al piano di sotto, prelevando anche qui tutto il denaro trovato nei cassetti.

Nel locale c’era anche una cassaforte di 300 chili. I ladri l’hanno caricata su una sedia d’ufficio con le rotelle, trascinandola all’esterno, dove però si è rovesciata. Per spingerla fino alla Renault Traffic si sono serviti di un carrello porta-valigie. Con la cassaforte caricata sul furgone si sono allontanati da Pramollo in direzione di Pontebba.

I furti sono stati scoperti dai titolari degli alberghi soltanto la mattina dopo. Livio Fedrigo, disperato per la perdita del furgone appena comprato, ha lanciato un appello attraverso Facebook, che ha avuto presto successo. Un “amico” ha segnalato la presenza del veicolo davanti alla chiesa di Pontebba. Le portiere erano chiuse, ma la chiave è stata trovata nascosta dietro a una ruota.

Più disperato di Fedrigo, il titolare dell’Alpenhof, Hans Plattner, non tanto per i soldi (in una busta c’erano anche le offerte raccolte per la chiesa), quanto per i documenti e le chiavi custoditi nella cassaforte. L’albergatore, convinto che la cassaforte dovesse essere stata abbandonata lungo i 12 chilometri di strada tra Pramollo e Pontebba, ha organizzato una personale ricerca assieme a due suoi collaboratori, cui hanno dato una mano anche due turisti ospiti dell’hotel. La “squadra” ha percorso l’intero tragitto, ispezionando ogni scarpata e ogni sentiero laterale. Risultati zero. A Pontebba si sono consolati in un’osteria con una bottiglia di vino.

Di ritorno a Pramollo, però, la loro attenzione è stata attratta da una casermetta dismessa dell’esercito, che si trova vicino al greto del rio Bombaso, a valle delle gallerie. I cinque hanno percorso a piedi la breve stradina che conduce all’immobile e ben presto hanno incominciato a trovare sul terreno monetine sparse dai malviventi. Nella scarpata vicino alla casermetta c’era la cassaforte, che i ladri avevano squarciato con una flex. Il denaro era sparito, ma tutti i documenti erano ancora al loro posto.

 

NELLA FOTO, l’hotel Alpenhof di Pramollo, ai piedi del Gartnerkofel, dove i ladri si sono presi tutti i soldi trovati in cassa e hanno portato via una cassaforte di 300 chili.

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Si apre la stagione a Pramollo, ma "no comment" sulla telecabina

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Skifahren am Nassfeld 2014-02-23Buone notizie per gli sciatori. No, non nevica e non nevicherà nemmeno nei prossimi giorni. Ma almeno fa freddo, quanto basta per mettere in funzione i cannoni della neve. A Pramollo-Nassfeld stanno sparando ormai da 12 giorni, da quando cioè la colonnina del mercurio è scesa nelle ore notturne sotto lo zero e l’intero comprensorio ha assunto uno strano aspetto: abetaie ancora verdi, attraversate da piste ormai imbiancate. La notizia è stata data da Livio Fedrigo, rappresentante degli operatori turistici della località sciistica carinziana, al confine con il Friuli, nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri a Udine.

A Pramollo la stagione turistica invernale si inaugurerà venerdì, cioè fra due giorni, e per allora – ha assicurato Fedrigo – il 90% delle piste sarà ricoperto da un manto nevoso sufficiente per sciare. Gli impianti di risalita sono 30 e non è detto che venerdì saranno già tutti in funzione. I primi giorni di ogni stagione servono anche per il rodaggio. Intanto i 350 cannoni di Pramollo continuano a eruttare neve, di giorno e di notte, perché anche ai primi ospiti della stagione sia garantita la sciabilità delle piste.

Lo scorso anno ne sono giunti in 500.000. Stiamo parlando di quelli che hanno preso alloggio per più giorni negli hotel e nelle strutture ricettive esistenti al passo e al fondovalle carinziano (Pontebba e la Valcanale sono escluse da queste presenze, in assenza di un impianto a fune che colleghi la valle al polo sciistico). Ai turisti stanziali si sono aggiunti i pendolari, per cui il numero di quanti hanno fatto uso degli impianti (si contano i primi accessi registrati con gli skipass) ammonta a circa 800.000.

Tra i pendolari i carinziani fanno la parte del leone (circa 3 su 4), mentre il restante quarto è dato da italiani, sloveni, croati. La quota italiana, come si vede, è modesta. Non esistono dati statistici in proposito, perché gli impianti elettronici di lettura degli skipass non registrano la nazionalità del possessore. L’impressione, tuttavia – come ha riferito nella conferenza stampa Werner Krcivoj, rappresentante delle società degli impianti di risalita – è che dopo alcuni anni di calo, dallo scorso anno il numero degli italiani siano in aumento.

Nonostante la crisi economica, che non riguarda soltanto l’Italia, la passata stagione invernale è stata positiva, con aumento di presenze e di fatturato. Il consorzio delle società degli impianti, che oggi terrà la sua assemblea annuale per l’approvazione del bilancio, ha avuto un volume di affari di 18 milioni, con un utile pari al 5%. Un risultato positivo, dovuto soprattutto ai turisti stanziali, che assicurano una presenza sugli impianti durante tutti i giorni della settimana e un migliore ammortamento delle spese di gestione.

Ciò è possibile grazie alla disponibilità di 12.000 posti letto in zona, tra quelli che si trovano in quota, all’altezza di passo Pramollo, e gli altri di fondovalle, distribuiti fra Tröpolach e Hermagor. La differenza tra il polo sciistico carinziano e quelli friulani, a cominciare da Sella Nevea e Piancavallo, sta proprio in questo: qui non c’è stata speculazione edilizia e non si sono costruiti appartamenti privati, ma alberghi, pensioni e residences, che assicurano una presenza abbastanza costante di ospiti durante l’intera stagione e non soltanto a Natale o nei weekend.

Inoltre alle strutture ricettive commerciali si sono aggiunte molte abitazioni private, che si sono adeguate per offrire ospitalità anch’esse ai turisti. Circa un quarto dei 12.000 posti letto – ha precisato Sonja Kucher, dell’ufficio turistico di Hermagor – sono messi a disposizione in appartamenti privati”. Livio Fedrigo ha voluto precisare, in proposito, che si tratta di “appartamenti caldi”, un’espressione che sta a significare che non si tratta di seconde case, utilizzate dai proprietari soltanto per un paio di giorni all’anno, come accade appunto a Sella Nevea e a Piancavallo, ma durante tutta la stagione. “Un fenomeno – ha detto ancora Fedrigo – che si è visto soprattutto dopo l’inaugurazione del Millennium Express (la telecabina di arroccamento che sale a Pramollo da Tröpolach), che ha visto rifiorire l’economia della valle del Gail”.

E sul versante italiano a che punto sono le procedure per dare il via alla costruzione della telecabina di arroccamento con partenza da Pontebba? La risposta dei rappresentanti del polo sciistico carinziano è stata un categorico “No comment!”. Una risposta logica, a ben vedere. Il progetto di telecabina da Pontebba è sul tavolo da 30 anni. Da almeno 20 a ogni conferenza stampa di presentazione della stagione sciistica di Pramollo se ne parla, annunciandone l’imminente realizzazione.

Era accaduto lo stesso anche un anno fa. Proprio Werner Krcivoj aveva annunciato che l’opera aveva ormai ottenuto l’approvazione politica della giunta regionale e che ora mancava soltanto un “passaggio tecnico”, per poi dare il via al bando per l’appalto dei lavori, che sarebbero dovuti cominciare nel 2015, per concludersi entro il Natale 2016. Un anno dopo non si ha ancora notizia del bando e men che meno dell’appalto dei lavori, per cui la conclusione non potrà esserci per il Natale 2016 e nemmeno in quello successivo. Il “no comment!” di ieri appare dunque comprensibile, per evitare un’altra risibile lettura nel libro dei sogni.

Da altre fonti si è appresa quale dovrebbe essere la probabile ragione dell’ennesimo rinvio: un inghippo di natura legale e finanziaria. Ci spieghiamo meglio. L’intera operazione Pontebba-Promollo dovrebbe costare 80 milioni, di cui 24 di privati e 56 con finanziamento pubblico. Questa seconda fetta sarebbe costituita dai terreni di Pramollo di proprietà regionale messi a disposizione (valore 6 milioni), da un contributo a fondo perduto del Land Carinzia (altri 6 milioni) e da un altro contributo a fondo perduto della Regione Friuli Venezia Giulia per 44 milioni, resi disponibili con un mutuo estinguibile in 20 anni, con rate annuali di 3,5 milioni.

L’inghippo consisteva nel fatto che il piano approvato prevedeva l’erogazione immediata dei 44 milioni da parte della Regione, che a sua volta avrebbe stipulato un mutuo con la Cassa depositi e prestiti. La normativa vigente, invece, avrebbe fatto carico ai privati la stipula del mutuo, con l’impegno della Regione a estinguerlo in vent’anni. Con tutta la più buona volontà non sarebbe stato possibile fare diversamente, senza violare la legge. Ci dicono che l’inghippo ora sarebbe stato superato e la strada sarebbe libera per il bando dell’appalto.

Nella conferenza stampa, tuttavia, non se n’è fatto cenno e a ragione. Per non vendere di nuovo la pelle dell’orso prima di averlo catturato, come era avvenuto in tutti gli anni precedenti. Se questa sarà la volta buona, lo sapremo quando vedremo l’orso steso a terra. Finalmente.

 

NELLA FOTO, freeride a Pramollo-Nassfeld, ai piedi del Gartnerkofel, dopo un’abbondante nevicata.

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Pramollo ha investito 12 milioni per realizzare una nuova seggiovia

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15.12.19 Pramollo Nassfeld, nuova seggiovia Rudnigsattelbahn - CopiaLa lunghezza delle piste è sempre la stessa, 110 chilometri. Il numero degli impianti è sempre lo stesso, 30 tra seggiovie, telecabine e sciovie. Eppure Nassfeld-Pramollo, il più importante polo sciistico della Carinzia al confine con il Friuli, si rinnova di anno in anno. In questa stagione la novità è rappresentata dalla seggiovia della Rudnigtal, che ha preso il posto di una precedente sciovia.

Il numero totale degli impianti, quindi, resta invariato, ma il salto di qualità è notevole. Il nuovo impianto è tra i più moderni nel suo genere. È una seggiovia a sei posti ad ammorsamento automatico (quando arrivano alla stazione le seggiole si sganciano dal cavo trainante, per rallentare la velocità, e si riagganciano in uscita), con sedili riscaldati. Su una lunghezza di 1250 metri, sale di 370, con una portata oraria che può raggiungere le 3200 persone. Insomma, un viaggio comodo, veloce e senza code ai cancelli di accesso.

L’impianto è in funzione fin dal primo giorno di apertura della stagione di Pramollo, ma l’inaugurazione ufficiale è avvenuta sabato scorso, con la solennità che si conviene in simili circostanze. C’erano, tra gli altri, il presidente del consiglio regionale della Carinzia, Reinhart Rohr, e il sindaco di Hermagor, Siegfried Ronacher. La benedizione all’impianto è stata addirittura doppia: ad impartirla sono stati chiamati il parroco di Tröpolach, Andreas Tonka, e la pastora evangelica Veronika Ambrosch.

Per la realizzazione della nuova seggiovia e degli impianti connessi (due piste di discesa di 2,2 chilometri, interamente servite da impianti di innevamento artificiale, rivelatisi essenziali in questo inizio di stagione a secco di precipitazioni) sono stati investiti 12 milioni di euro, in parte grazie all’autofinanziamento della Bergbahnen Nassfeld Pramollo Ag, la società proprietaria degli impianti, in parte ottenuti con crediti bancari. Sorprende su questo fronte l’intraprendenza privata, che continua a investire, per fare di Pramollo-Nassfeld un gioiello a livello europeo, e continua a farlo, almeno questa volta, senza l’aiuto pubblico.

Dietro a tutto questo, naturalmente, c’è sempre Arnold Pucher, il pioniere - ma sarebbe meglio dire l’”inventore” - del polo sciistico di Pramollo. Da quando è in pensione lavora più di prima per far crescere il polo sciistico. Ovviamente non poteva mancare sabato al battesimo della sua ultima creatura. Appariva evidentemente soddisfatto. Tutti i suoi progetti si stanno realizzando, meno uno: la “leggendaria” telecabina di collegamento con Pontebba. La attende da 30 anni e non può permettersi di attenderne altrettanti per vederla finalmente realizzata.

 

NELLA FOTO, la stazione a valle della nuova seggiovia della Rudnigtal inaugurata sabato scorso nel polo sciistico di Nassfeld-Pramollo.

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A Pramollo il campione da battere è sempre lui: Armin Assinger

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16.01.13 Pramollo-Nassfeld, gara di discesa Schlag das Ass (Batti il campione)Ormai è un appuntamento fisso di Pramollo/Nassfeld: anche quest’anno torna “Schlag das Ass”, la gara di discesa sugli sci più lunga del mondo, perché non si disputa su una sola pista, ma su gran parte delle piste del polo turistico austriaco al confine tra Friuli e Carinzia. “Schlag das Ass” significa in italiano “batti il campione”. Ma in tedesco acquista un doppio significato, perché “Ass” non significa soltanto l’asso da battere, ma richiama anche il nome del campione a cui si rinnova la sua sfida sulle nevi di Pramollo: Armin Assinger, ex star dello sci austriaco.

Molti in Italia lo ricordano per le gare che ha vinto in Coppa del mondo, ma in Austria oggi è più popolare di quando calzava gli sci. Cessata l’attività agonistica, infatti, Assinger ha scoperto di avere un talento anche come conduttore televisivo. Da anni ha il ruolo che in Italia è di Jerry Scotti nel presentare l’equivalente austriaco di “Se vuoi esser milionario”.

L’idea della gara di Pramollo è stata sua, le ha concesso il suo nome e la sua presenza di per sé richiama nella località personaggi famosi in Austria dello sport e dello spettacolo. Oltreché, naturalmente, moltissimi sciatori anche non particolarmente dotati, desiderosi semplicemente di confrontarsi con l’ex campione e con gli altri ospiti illustri della giornata.

La gara si disputerà sabato 16 gennaio e sarà la sua settima edizione. In palio il prestigioso „Nassfeld Trophy“. Per esigenze organizzative possono parteciparvi al massimo 800 sciatori. Le iscrizioni si sono chiuse lunedì scorso, ma se c’è qualche ritardatario desideroso di mettersi alla prova può ancora mettersi in lista, per l’eventualità che alcuni posti si liberino prima dell’inizio della gara (nel sito http://www.schlagdasass.at/anmeldung/ è indicato l’indirizzo a cui spedire una mail). Bisogna avere almeno 16 anni.

La gara, come ogni anno, si disputa su un percorso di 25,6 chilometri, con un dislivello complessivo di 6.400 metri. Il primo a partire sarà proprio la ex-star dello sci e presentatore televisivo Armin Assinger, che prenderà anche parte alla gara vera e propria. Seguiranno tutti gli altri, a gruppi di 30, ogni due minuti. Fra salite con gli impianti e discese, il percorso di gara toccherà nove delle principali piste di Pramollo, con diversi gradi di difficoltà.

All’arrivo, altre al „Nassfeld Trophy“ per il vincitore, ci saranno le delizie gatronomiche della Gailtal e altri premi interessanti per i partecipanti. E, in fatto di premi, non si scherza: per il vincitore ci sarà una Jaguar XE nuova fiammante della concessionaria Aichlseder.

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Sabato a Pramollo le “delizie” culinarie della valle del Gail

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16.01.20 Pramollo-Nassfeld, baita Kofelalm - Copia“Genussland” si può tradurre in tanti modi: “regione delle delizie”, “regione della voluttà”, “regione del godimento”. Quando però si legge “Genussland Kärnten” il riferimento non lascia dubbi: si tratta delle “delizie gastronomiche” che la Carinzia può offrire. Un’occasione per poterle gustare tutte insieme – o, quanto meno, onde evitare problemi di digestione, per poterle confrontare e quindi scegliere quelle che stuzzicano di più il proprio palato – sarà offerta sabato prossimo dal polo sciistico di Nassfeld-Pramollo.

È proprio lì, in sei baite della località turistica di confine, che si daranno appuntamento alcuni “Produzenten” (produttori) aderenti all’associazione “Genussland Kärnten”, per proporre agli ospiti, sciatori o non sciatori, dei piatti particolari fatti con prodotti locali. I “loro” prodotti. Ognuna delle sei baite ne presenterà uno.

 All’Alpenhotel Plattner, ai piedi del Gartnerkofel, verrà servita la famosa “Holzknechtfrigga con polenta”, abbastanza simile al frico friulano, con lo speck del Gailtal del salumificio Kastner. Nel ristorante Kristall, presso la Tressdorferalm, in collaborazione con l’associazione apicultori di Hermagor, verrà servita una crema di zucca con miele, arrosto in crosta di miele, filetti di triglie con verdure al miele saltate nel wok e un semifreddo allo zenzero e miele.

La baita da Ardi nella Garnitzen presenterà gulasch di selvaggina e formaggio alla griglia con polenta in collaborazione con il produttore Baierlehof. Nella baita Tressdorfer Alm verrà presentata una zuppa di formaggio a base di formaggio di malga e speck, lo spiedo di formaggio e la degustazione di speck e formaggio in collaborazione con Erlebnisbauernhof Gailtail Bauer di Kirchbach.

Al Kofelalm, in collaborazione con l’allevamento ittico Zankl, verrà servito filetto di trota affumicata e kren e filetto di pesce con polenta e spinaci. Infine l’Almhotel Kärnten in collaborazione con Sonnenhof Smole, presenterà una zuppa di agnello con gnocchi di patate o gulasch di agnello con polenta.

Tanti prodotti per scoprire Nassfeld - Pramollo non soltanto per il suo comprensorio sciistico, ma anche come punto di incontro tra tradizioni di una terra ricca e di un territorio che si definisce orgoglioso dei propri prodotti. Non resta che augurare buon appetito. O, piuttosto, “Mahlzeit”. E al diavolo per un giorno il calcolo delle calorie!

 

NELLA FOTO, i gestori del Kofelalm, con i prodotti ittici serviti sulla tradizionale tavola di legno.

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Freeride temerario a Pramollo: due giovani travolti da una valanga

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16.02.19 Nassfeld-Pramosio, Gartnerkofel - CopiaPoteva finire in tragedia l’infortunio sciistico capitato ieri a due giovani cugini di Hermagor, travolti da una valanga, mentre sciavano nel comprensorio di Nassfeld-Pramollo. Il fatto è accaduto verso mezzogiorno, sulle pendici del Gartnerkofel. Sono riusciti entrambi a liberarsi in tempo dalla massa nevosa, in circostanze che sono ancora in corso di accertamento

I due erano saliti con la seggiovia quadriposto che prende il nome dal monte Gartnerkofel. Dalla stazione superiore si erano spostati poi a piedi, per raggiungere la pista Fis, ieri chiusa agli sciatori, proprio per l’elevato rischio di valanghe. Non erano stati i soli a sfidare la sorte, mettendo a repentaglio la propria vita per provare l’ebrezza del freeride: lungo il canalone c’erano le tracce di altri chi li avevano preceduti.

Mentre scendevano lungo quel tratto piuttosto ripido, si è staccata una valanga lunga 150 metri e larga 20 che ha travolto entrambi. Uno dei due si è trovato sotto quasi due metri di neve, mentre il compagno è riuscito a rimanere “a galla”. È stato lui a dare immediatamente l’allarme e a mettersi a scavare con le mani per diseppellire l’amico.

Il recupero è miracolosamente riuscito. In che modo è ancora da chiarire. Non si sa se sia stato lo stesso sciatore uscito indenne dalla valanga a riportare l’amico alla luce o se abbiano dato una mano anche due sciatori norvegesi che avevano visto la scena da poco lontano. Sul posto, in ogni caso, erano state mandate anche le squadre di soccorso e si erano levati in volo due elicotteri del servizio sanitario e altri due della polizia. Con quelli i due giovani sono stati trasportati all’ospedale di Villach, dove risultano entrambi in buone condizioni.

Tutto è bene quel che finisce bene, anche se i due giovani di Hermagor pagheranno cara la loro imprudenza: in Austria il soccorso con l’elicottero non è gratis e, considerando il numero degli elicotteri impiegati e i tempi di volo da Nassfeld a Villach, si può presumere un conto superiore ai 10.000 euro.

 

NELLA FOTO, il Gartnerkofel di Nassfeld-Pramollo, alle cui pendici si è staccata la valanga che ha travolto i due sciatori di Hermagor.

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Un altro albergo storico di Pramollo acquistato da un banchiere russo

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16.03.01 Promollo-Nassfeld, hotel SonnenalpeUn tempo la Russia era arrivata in Austria con l’Armata rossa e con i carri armati, oggi vi sta arrivando con i capitali. È di questi giorni la notizia che un secondo albergo di Nassfeld-Pramollo sta per essere acquistato da un investitore “venuto dal freddo”. Si tratta dell’hotel Sonnenalpe, che apparteneva (e formalmente appartiene ancora) alla famiglia di Arnold Pucher, l’uomo che per primo mezzo secolo fa era salito fin quassù, al confine tra Carinzia e Friuli, convinto che in questa zona potesse svilupparsi un turismo invernale. Se oggi Nassfeld-Pramollo è il polo sciistico che conosciamo, lo si deve in gran parte a lui.

L’altro hotel ceduto ai russi è il Wulfenia, che si trova dirimpetto al Sonnenalpe ed era appartenuto anch’esso un tempo a Pucher. Sono entrambi alberghi che fanno parte della storia di Pramollo, perché il Sonnenalpe fu costruito nel 1979 e il Wulfenia addirittura nel 1963, quando da queste parti c’erano soltanto un paio di skilift. Qualche anno fa Arnold Pucher, oggi settantaquattrenne, si era fatto da parte, lasciando un albergo al figlio primogenito Arnold jr. e l’altro albergo al secondo figlio Michael, conservando per sé soltanto la gestione della società delle impianti di risalita. Non era stata una decisione saggia, perché entrambi gli hotel in breve si erano ritrovati con i conti in rosso.

L’acquirente del Sonnenalpe si chiama Dmitry Kalantyrsky ed è lo stesso che nel 2013 aveva acquistato il Wulfenia per 5,6 milioni di euro. Kalantyrsky è un banchiere, al vertice della Smp Bank, che si colloca al 26.mo posto nella classifica degli istituti russi. In passato ne era stato amministratore delegato, carica che ha lascito proprio un anno fa (rimanendo tuttavia nello staff dirigenziale), quando ha ceduto la sua quota dell’11,2% a un uomo d’affari suo connazionale, Arkady Rotenberg. Una parte del gruzzolo che ne ha ricavato ha deciso, così, di investirlo nel polo sciistico carinziano, apprezzandone evidentemente le potenzialità turistiche.

Il Sonnenalpe è stato ristrutturato e ingrandito da 66 a 148 stanze soltanto cinque anni fa, con un investimento di 15,5 milioni e da allora è gestito dal gruppo sudtirolese Falkensteiner, che ha anche la gestione del Wulfenia. L’intervento è stato finanziato in gran parte dalla Erste Bank, con contributi anche del Kärnten Wirtschaftsförderungsfonds (una specie di Friulia carinziana), dell’Austria Wirtschaftsservice e della Tourismusbank. Formalmente proprietaria del Sonnenalpe è la Family Resort Sonnenalpe Srl, di cui sono amministratori Silke e Michael Pucher. In realtà, a causa dell’ingente indebitamento, chi ha le redini in mano sono la Erste Bank e la Kärnten Beteiligungen Srl (holding che amministra le partecipazioni azionarie del Land Carinzia), che si sono riservate il diritto di vendere la struttura e che ora, avendo trovato l’acquirente, lo stanno esercitando. Il prezzo di vendita dovrebbe aggirarsi sui 16 milioni. Restano da definire i diritti catastali, che fanno capo a Michael Pucher.

L’acquisto dell’hotel Sonnenalpe è soltanto l’ultima mossa di una progressiva penetrazione russa nell’economia turistica austriaca. Già ai tempi della cessione del Wulfenia un altro investitore russo aveva acquistato tre alberghi nella Ötztal, in Tirolo. E nel 2008 nel Tirolo orientale (quello intorno a Lienz, per intenderci) era arrivata dalla Russia Tatiana Maximova, per costruirvi un hotel, con annesso centro wellness.

 

NELLA FOTO, l’hotel Sonnenalpe di Nassfeld Pramollo ceduto al banchiere russo Dmitry Kalantyrsky, che già tre anni fa aveva acquistato anche il Wulfenia.

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Ora è chiaro: la telecabina di Pramollo non sarà realizzata mai

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16-09-26-debora-serracchiani-su-progetto-pramollo-allesame-delle-commissioni-copiaPolo sciistico transfrontaliero di Pramollo: di questo argomento hanno discusso ieri in seduta congiunta le commissioni II e IV del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. La questione è nota: riguarda la realizzazione di una telecabina per collegare Pontebba (e quindi l’intera Valcanale) al polo sciistico di Nassfeld-Pramollo, in territorio austriaco. Se ne parla da trent’anni e dall’esito della discussione avvenuta ieri a Trieste appare chiaro che se ne parlerà ancora per altri trent’anni, senza che a Pontebba si batta un chiodo.

Il nodo della questione, come al solito, è finanziario. L’intervento proposto per legare la Valcanale al polo sciistico carinziano costerà, a spanne, 80 milioni, di cui 40 li metteranno i privati e gli altri 40 milioni il pubblico (peraltro diluiti nell’arco di vent’anni). L’intervento pubblico è sostanzioso, perché copre il 50% dell’investimento, ma non deve sorprendere: nei poli sciistici del Friuli il pubblico ha sempre coperto il 100% di ogni intervento. In ogni caso la prudenza è doverosa. Ma se questo significa rinviare a tempo indeterminato un progetto vien da pensare che qualcosa non funzioni o che qualcuno non voglia che funzioni.

Avevamo scritto altre volte in questo blog che, dopo tanti anni (decenni) di attese, ritenevamo che il progetto Pramollo fosse ormai definitivamente tramontato e che il riparlarne periodicamente fosse una inutile messa in scena. Quanto è avvenuto ieri a Trieste ci ha confermato nella nostra convinzione. Non eravamo presenti alla seduta, ma abbiamo letto la nota diffusa dall’Agenzia regione cronache, che riportiamo qui sotto. Un linguaggio cifrato, allusivo per dire che non c’è “nessun arretramento”, ma che servono “garanzie economiche”, che ci sono “nodi da sciogliere”, per non dimenticare poi “l’argomento delle fidejussioni”, le quali richiedono ovviamente “un approfondimento giuridico”. Insomma, un bla bla senza che si dica con chiarezza che cosa si vuole, che cosa manca e di chi è la colpa.

Buona lettura.

* * *

Sono importanti le garanzie che tutelino l'investimento pubblico. Dunque nessun arretramento, ma l'attraversamento di una fase delicatissima del procedimento amministrativo che impone un opportuno atteggiamento di cautela e di riserbo. Questo il concetto espresso oggi dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, dal vicepresidente e assessore al turismo Sergio Bolzonello e dall'assessore alle infrastrutture Mariagrazia Santoro, nel corso della seduta congiunta delle commissioni II e IV del consiglio regionale, che aveva all'ordine del giorno un aggiornamento sul polo sciistico transfrontaliero del Pramollo. Più dettagliatamente sulla procedura che dovrebbe portare alla costruzione di un impianto a fune tra Pontebba e il comprensorio di Pramollo-Nassfeld.

 Com'è stato osservato, a fronte della dichiarazione di pubblico interesse di agosto 2013, del finanziamento del Land Carinzia di fine 2015 e del cambiamento del soggetto che ha acceso il mutuo per la provvista finanziaria (dal privato al pubblico), la Regione ha previsto negli atti che il soggetto concessionario (realizzatore e gestore) di tutto l'intervento deve prestare delle garanzie economiche sulla regolare esecuzione delle opere e sulla continuità della gestione: su questo - è stato sottolineato - la Regione non intende fare passi indietro.

"L'amministrazione regionale - ha spiegato l'assessore Santoro - è impegnata nella redazione del bando di gara: in particolare sulle garanzie previste a carico del privato che realizzerà e gestirà l'intervento all'interno del project financing,  che comprende anche la realizzazione di importanti infrastrutture di valorizzazione turistica della zona".

Di nodi da sciogliere ha parlato la presidente Serracchiani, la quale ha fatto riferimento all'argomento delle fidejussioni, al centro dell'approfondimento giuridico da parte dell'amministrazione regionale, in quanto a fronte di un ingente contributo del pubblico, è fondamentale che ci siano delle garanzie da parte del privato.

In un'ottica più ampia si è inserito l'intervento del vicepresidente Bolzonello, il quale ha configurato una strategia regionale sul versante del turismo della montagna, che deve puntare anche sulla stagione estiva, mentre non debbono essere ignorati gli effetti dei cambiamenti climatici, che stanno alzando la quota in cui è possibile praticare lo sci senza il supporto dei cannoni per la neve artificiale. Da qui la necessità di rafforzare questo tipo di strutture.

 Sulla ricettività Bolzonello, fra le altre cose, ha sottolineato l'esigenza di adeguare le strutture anche a nuovi tipi di domanda, come ad esempio quella del turismo giovanile legato ai percorsi di mountain bike.

 

NELLA FOTO, la presidente Debora Serracchiani intervistata al termine della seduta congiunta delle commissioni II e IV del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.

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Sul ghiacciaio del Möll si scia già. Negli altri poli si dovrà attendere

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16-11-08-molltaler-gletscherSi può discutere sulle cause (e sulle responsabilità) del riscaldamento della terra, ma è fuori discussione che le temperature nel nostro pianeta siano in aumento di anno in anno. E di anno in anno i poli sciistici procrastinano l’inizio della stagione turistica. In tempi non troppo lontani il “ponte” dei Santi, dei Morti e del 4 Novembre era un’occasione formidabile per partire per la montagna e calzare per la prima volta gli sci. Oggi sarebbe impensabile. Persino a fine novembre la neve è un’incognita: potrebbe anche cadere, ma non conservarsi a lungo per le temperature troppo miti.

È questa la ragione per cui quasi tutte le stazioni sciistiche rinviano ormai a dicembre l’apertura degli impianti e delle piste. E lo fanno incrociando le dita, perché vi sono state annate recenti in cui nemmeno a Natale i comprensori sciistici erano innevati. Confidando, dunque, nella fortuna, in Carinzia quasi ovunque si potrà incominciare a sciare nella prima decade del prossimo mese. Bad Kleinkirchheim, per esempio, prevede di riaprire l’area sciistica sabato 3 dicembre, ma ovviamente non si azzarda ancora ad annunciare quali impianti saranno in funzione e quali piste saranno aperte. Pramollo-Nassfeld, invece, pur potendo contare su condizioni climatiche più favorevoli, ha rinviato prudentemente l’inizio della stagione a mercoledì 7 dicembre. È scontato che in entrambe le località, a meno che non vi siano prodigiose e prolungate nevicate, la percorribilità delle piste sarà garantita soltanto da un uso massiccio degli impianti di innevamento artificiale.

Dove invece, a Dio piacendo, si può già adesso sciare e senza dover ricorrere alla cosiddetta “neve programmata” è il ghiacciaio della Mölltal, nell’Alta Carinzia. Il riscaldamento terrestre si fa sentire anche a questa quota, ma l’altitudine è tale da consentire condizioni favorevoli all’innevamento. Basti dire che, a parte il Mölltaler Gletscher Express, funicolare di arroccamento che sale dal fondovalle, tutti gli altri impianti si trovano interamente al di sopra dei 2.000 metri e due di essi superano i 3.100 (per un confronto: nessun impianto di Pramollo arriva a 2.000 metri e uno solo di Bad Kleinkirchheim arriva ai 2.055).

Chi, dunque, freme dalla voglia di sciare, può mettersi subito in viaggio per il Mölltaler Gletscher. Le piste dello Schareck, dell’Eissee, dell’Altek, dello Schwarzkopf sono perfettamente innevate. In quota il manto ha uno spessore di un metro e mezzo (di cui 15 centimetri di neve fresca). Ieri erano aperte 8 piste, in condizioni eccellenti. Non c’è pericolo che la neve se ne vada, perché la temperatura durante il giorno è di 12 gradi sotto lo zero. Gli impianti sono aperti dalle 8 alle 16.

L’unico altro polo sciistico carinziano dove si potrà già sciare è quello della Turracher Höhe. Non siamo su un ghiacciaio e la quota è molto più bassa, per cui da giovedì sarà aperta soltanto la pista del Wildkopflift, cui si aggiungerà sabato quella della Zirbenwaldbahn. La società degli impianti sta lavorando con i cannoni della neve artificiale, per poter estendere il comprensorio nevoso, ma ci vorrà ancora del tempo.

 

NELLA FOTO, una panoramica del comprensorio del Mölltaler Gletscher, nell’Alta Carinzia.

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Anche a Passo Pramollo l’Austria si prepara all’arrivo dei profughi

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16-11-11-pramollo-nassfeld-tettoia-controllo-profughi-2Da un giorno all’alto è spuntata una tettoia a Passo Pramollo, in territorio austriaco, proprio nel punto in cui un tempo c’era la sbarra di confine e la casermetta della Gendarmeria. È collocata a cavallo della strada che unisce l’Austria all’Italia ed è alta circa 4 metri, forse di più: ci potrebbe passare sotto un camion o una corriera, anche se sul versante italiano la strada provinciale è preclusa al transito di quel genere di veicoli pesanti. Poco più in là, nei prossimi giorni, sarà collocato anche un container. Entrambe le strutture rientrano nell’ampio programma di “Grenzmanagement” (“gestione dei confini”) avviato dal Ministero degli Interni austriaco per tenere sotto controllo l’intera frontiera meridionale, dall’Ungheria al Brennero.

Nei mesi scorsi erano stati effettuati analoghi interventi al valico autostradale di Tarvisio, a quello lungo la strada statale, sempre a Tarvisio, e al passo di Monte Croce Carnico. Ora è la volta anche di Pramollo. Qualora dovessero presentarsi nuove ondate di profughi, quelle strutture sarebbero immediatamente presidiate dalla polizia, con il supporto eventuale dell’esercito; in caso contrario, rimarrebbero vuote e inutilizzate, come sono ora. La sola differenza, tra Passo Pramollo e gli altri valichi più importanti – come quello di Spielfeld, tra Stiria e Slovenia, dove nell’autunno 2015 transitavano 5-6 mila migranti al giorno, con punte addirittura di 11.000 – è che qui, anche nel peggiore dei casi, non si prevede un arrivo massiccio di profughi. Una tettoia e un solo container dovrebbero bastare. Per il momento non si parla ancora di barriere con reti metalliche ai lati della strada.

Le probabilità che il confine torni ad essere presidiato come accadeva un tempo, prima degli accordi di Schengen, sono pari quasi a zero. Passo Pramollo è a quota 1500 metri e tra poco sarà sommerso dalla neve. Anche profughi abituati all’ambiente di montagna, come gli afghani, prima di scegliere questa strada tenterebbero di passare il confine lungo itinerari di fondovalle, più agevoli. E pur tuttavia fa una certa impressione vedere queste nuove postazioni di polizia proprio alla vigilia dell’apertura della stagione turistica invernale in uno dei poli più importanti dell’Austria e molto frequentato anche dagli sciatori italiani. Tra pochi giorni gli operatori turistici di Pramollo-Nassfeld terranno la consueta conferenza stampa per presentare i loro programmi e quest’anno non avranno alcun nuovo investimento da annunciare. Il container e la tettoia del “Grenzmanagement” rischia di essere l’unica vera novità.

Ma davvero la Polizia austriaca teme che anche di qui possano transitare i profughi? Lo abbiamo chiesto a Rainer Dionisio, portavoce della Direzione di Polizia della Carinzia. “Io penso che soltanto in presenza di nuovi flussi migratori dall’Italia verso l’Austria e di rigorosi controlli al valico di Tarvisio potrebbe verificarsi un congestionamento di persone. In tal caso il valico di Pramollo e quello di Monte Croce Carnico potrebbero essere presi in considerazione come via alternativa. Ma si tratterebbe di singole persone o gruppi di persone, perché anche chi volesse schivare i controlli alla frontiera di Tarvisio troverebbe più facilmente un percorso alternativo lungo sentieri di fondovalle”.

Ma allora serviva davvero mettere in piedi tutto questo ambaradan? “Soldi buttati dalla finestra – commenta Livio Fedrigo, titolare dell’albergo “Wulfenia”, sul versante italiano di Passo Pramollo – perché di qui non passerà mai nessuno”. Come lui la pensa la maggior parte dei suoi colleghi austriaci. “Le misure di polizia – replica Dionisio – vengono sempre considerate non necessarie, fino al momento in cui diventano necessarie. E quando ciò accade la polizia viene accusata di inefficienza. Effettivamente anche noi pensiamo che di questi container a Pramollo e altrove non ci sarà mai bisogno, ma il passato ci ha dimostrato che la situazione può mutarsi in brevissimo tempo e allora non ci sarebbe più tempoper mettere in piedi le strutture che servono”.

 

NELLA FOTO, scattata dall’albergatore Livio Fedrigo, la nuova tettoia in costruzione al valico di confine di Passo Pramollo.

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Negli ultimi due anni investiti 25 milioni di euro nel polo di Pramollo

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Nassfeld KärntenÈ un caso, ma dopo tanti giorni di temperature più che miti, ieri all’improvviso è arrivato il freddo. Proprio nel giorno in cui gli operatori turistici di Pramollo-Nassfeld avevano annunciato la consueta conferenza stampa a Udine di presentazione della stagione sciistica. Una coincidenza fortunata, che è stata considerata di buon auspicio. Se fosse continuato il caldo della settimana scorsa non ci sarebbero state speranze. Da ieri mattina, invece, i 350 cannoni della neve di Pramollo stanno sparando in continuazione, per ricoprire le piste, in modo che almeno in parte siano pronte per l’apertura della stagione, annunciata per il 9 dicembre. Quel giorno si terrà la cerimonia ufficiale, ma i principali impianti di risalita saranno in funzione già dal giorno 7.

Negli ultimi due inverni, sono stati investiti 26 milioni nello sviluppo delle infrastrutture. Tra le novità, l'ultra-moderna seggiovia a 6 posti "Rudnigsattel", il cui comfort è stato migliorato con i sedili riscaldati e le protezioni contro il freddo, e l'allargamento delle piste con un aumento del demanio sciabile di 20 ettari. Da segnalare, inoltre, un nuovo deposito con armadietti riscaldati direttamente sulle piste e un più ampio collegamento tramite bus navetta, nonché altri investimenti privati per migliorare la qualità e la ricettività degli alberghi.

L’attenzione maggiore, ovviamente, era per i prezzi degli skipass. Nassfeld, insieme con Bad Kleinkirchheim, ha le tariffe più alte della Carinzia. Il giornaliero costa 46 euro in alta stagione (dal 25 dicembre al 25 marzo) e 43 euro in bassa stagione. Naturalmente il prezzo scende, se acquistato dopo le 9. Dalle 12, per esempio, sono rispettivamente 40 e 37 euro, che è lo stesso prezzo per lo skipass valido 3 ore. Giovani e anziani pagano il giornaliero completo 37-35 euro; i bambini, 23-22 euro. Vi sono poi skipass stagionali, skipass plurigiornalieri, skipass per i più piccoli e per gli anziani, riduzioni per i gruppi.

Il prezzo dello skipass, ovviamente, scende se acquistato per più giorni o all’interno di uno dei molti pacchetti vacanza. Resta, comunque, una spesa importante, giustificata dalla qualità dell’offerta del comprensorio, che è considerato tra i migliori dell’Austria. Pramollo-Nassfeld può contare su 110 chilometri di piste, 30 moderni impianti di risalita in una valle sorprendentemente ampia e spaziosa, che permette di sciare al sole per l'intera giornata. Nonostante la latitudine relativamente bassa (il passo è a quota 1500 metri e nessun impianto supera i 2000 metri), il microclima particolare dell’area è favorevole alle nevicate. Magari in futuro non ci saranno più, visto il riscaldamento terrestre, ma nelle stagioni trascorse sono caduti mediamente dai 7 agli 8 metri di neve.

Accanto agli impianti o direttamente lungo le piste vi sono 25 baite e ristoranti per il ristoro degli sciatori in transito. A servizio di tutti gli ospiti che non alloggiano nell’area del passo o vicino alla stazione a valle della cabinovia di arroccamento Millennium-Express (sul versante carinziano) vi è uno shuttle-bus gratuito, utilizzabile per raggiungere gli impianti dal proprio albergo, ma anche per escursioni nel resto della regione, che comprende altri piccoli centri e un gioiello come il Weissensee, un lago d’alta quota che d’inverno diventa la più grande superficie naturale ghiacciata d’Europa.

* * *

Dal comunicato distribuito ieri nel corso della conferenza stampa stralciamo alcune altre notizie che potrebbero essere utili a chi sceglierà Pramollo per una vacanza o soltanto per una gita giornaliera.

Incominciamo dalle offerte pensate per le famiglie, che comprendono lo skipass giornaliero a 10 euro al sabato per i bambini sotto i 10 anni. Il programma "6 auf der Piste'' (''6 sulla pista''), assicura sconti e offerte per chi è fortunato con i dadi. Grazie alla promozione, chi fino al 24 dicembre effettua una prenotazione per due persone e si registra a ''www.6aufderpiste.nassfeld.at'', ottiene 66 euro di bonus (33 euro per lo skipass e altrettanti per l'alloggio). Ma non basta, dal 16 al 17 dicembre il 6 porta fortuna a tutti.  Con il ''6 sulla pista" si possono vincere grandi premi, tirando i due maxi-dadi: in palio ci sono pranzi e bibite offerte nei ristoranti aderenti, ma anche uno skipass di 6 giorni per i prossimi 6 anni.

Grazie ai pacchetti "Nassfeld Ski Surprise", i bambini hanno il soggiorno gratuito in camera con i genitori e il noleggio dell’attrezzatura a prezzo scontato. C’è poi il ''Kids Surprise'', che offre per l'intera stagione il pass giornaliero a 10 euro al sabato, e lo Skipass Premium, che offre il noleggio sci a solo 1 euro al giorno per gli under 15. Sulle piste potrà poi capitare di incontrare i ''Surprise Guys" , che sorprenderanno tutti gli ospiti con un rinfresco, un invito a sciare o un tour attraverso l'intera area sciistica. Grandi e piccini possono poi provare le cinque piste da slittino naturali, di cui tre  illuminate in notturna.

Pramollo è però anche alta tecnologica, con un pensiero rivolto specialmente ai giovani, che avranno accesso a più di 20 hotspot wi-fi gratuiti. Si potrà quindi scendere in velocità nella “freeride area” o testare il proprio talento nella velocità allo Ski movie race, (una discesa tra le porte come un vero slalom, che verrà registrata su video) o ancora provare l'ebbrezza dell'halfipipe sotto la guida di un campione europeo come Friedl Kolar, frequentando la  scuola Shred. Da quest’anno Pramollo offre due palchi panoramici, situati sotto la stazione a monte della cabinovia Millennium-Express e della seggiovia del Gartnerkofel, per  gustarsi il panorama alpino: gli Alti Tauri ed il Großglockner a Nord, le Alpi Carniche e le Dolomiti a Ovest e le Alpi Giulie a Est. Lì sarà possibile anche fotografare e fotografarsi e poi condividere le immagini con amici social, grazie ai collegamenti  w-lan gratuiti.

Pramollo è anche la patria del freeride, considerata la suprema disciplina dello sci, che richiede però abilità, know-how e, soprattutto, la conoscenza delle misure di sicurezza. Qui lo si potrà praticare sotto la guida di Alex Huber, uno dei migliori freeriders in Austria, che anche quest'anno porterà principianti e professionisti ai suoi Camps Freeride, per indimenticabili escursioni nella zona (per info: www.nassfeld.at/freeriden). Per gli appassionati della la tavola da neve c’è uno snowpark, con high jumps, rails e uno snow-cross-park.

Per chi invece ama la calma e l'impegno della disciplina c’è l’alternativa del fondo, con 80 chilometri di piste, che vanno da 600 a 1500 metri, dedicate agli esperti e non. C’è inoltre un percorso per il biathlon, che permette di praticare la disciplina in tutta sicurezza, con fucili laser adatti anche per gli sciatori più giovani. Nuovo anche il percorso di 3,5 chilometri di Rattendorf, innevato per la prima volta quest'anno, ideale per i principianti.

Infine tanti eventi. Il primo della stagione è in programma il 9 dicembre, quando produttori leader di attrezzature per lo sci da corsa e il carving, come Head, Elan, K2 e Völkl,  presenteranno le ultime tendenze della stagione e lo faranno al ritmo di jazz: dalle 19, nella zona hotel, si inaugurerà una spettacolare scultura di ghiaccio dedicata a Charlie Armstrong, mentre il musicista britannico James Cottriall si esibirà dal vivo per uno degli spettacoli più cool di questo inverno.

E poi si continuerà con le esibizioni notturne dei maestri di sci (dal 7 gennaio al 4 marzo), per continuare con ''Batti il campione - Schlag das Ass'' (27 e 28 gennaio), ''Sound of wine'' (18 marzo) e il festival heavy metal "Full Mountain Metal" (info: www.full-metal-mountain.com). E ancora, la caccia alle uova di Pasqua per i bambini (9 – 15 aprile).

I vantaggi di Pramollo si ampliano poi anche a Kötschach-Mauthen, dove, grazie al pacchetto ''Schneeflocke'', i bambini sotto i 10 anni che soggiornano in una delle strutture aderenti potranno avere lo skipass gratuito, mentre quelli tra i 10 e i 15 anni pagano solo sei euro per il biglietto giornaliero. Sono poi previste escursioni con le racchette da neve gratuite ogni settimana dedicate alle famiglie (info: www.nassfeld.at/koemau).

Sempre in zona si trova Weissbriach, che offre pernottamenti ''Ski for free'' e ottimi prezzi per il corso di sci e noleggio sci o snowboard (info: www.skifahren-gratis.at, www.nassfeld.at/gitschtal).

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Un mese di tempo per decidere il destino del progetto Pramollo

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LH Peter Kaiser mit Debora Serracchiani, Präsidentin von Friaul;Credevamo che la storia infinita del progetto Pramollo fosse finita. E invece ieri abbiamo appreso che c’è un altro capitolo: a Klagenfurt si sono incontrati la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, e il governatore della Carinzia, Peter Kaiser, che hanno confermato il loro interesse per l’opera. Perché allora non la si fa subito? Pare che tutto dipenda dall’investitore privato partner del progetto, la società Doppelmayr, che ieri era rappresentata al tavolo dell’incontro. Ne riferisce oggi il “Messaggero Veneto” di Udine, in un articolo che riportiamo qui sotto.

* * *

Resta l’interesse, da parte di Friuli Venezia Giulia e Carinzia, a realizzare il progetto Pramollo, che prevede una funivia di collegamento dal versante italiano con il comprensorio sciistico di Nassfeld. Confermato pure l’impegno economico, con una partecipazione pubblica del 70 per cento del budget complessivo. Ma c’è la richiesta, pressante, alla società proponente, Doppelmayr, di chiarire con urgenza quale sia la posizione definitiva dell’investitore privato.

Questo l’esito del vertice tra la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e il governatore della Carinzia Peter Kaiser, che si è svolto nella sede del Land a Klagenfurt, alla presenza dell’assessore regionale alle Infrastrutture Mariagrazia Santoro e della vicegovernatrice e assessora alle Finanze carinziana Gaby Schaunig.

«Si è trattato di una riunione molto importante dal punto di vista politico, perché Friuli Venezia Giulia e Carinzia hanno ribadito l’interesse per il progetto e l’impegno che a suo tempo è stato preso dalle rispettive amministrazioni. Per noi resta un piano di sviluppo strategico e oggi lo abbiamo detto con chiarezza agli altri soggetti», ha affermato Serracchiani. Il progetto, avviato nel 2006 come project financing, è molto complesso e prevede un finanziamento pubblico al 70 per cento (48 milioni di liquidità, confermati a bilancio nella recente Finanziaria, più 5 milioni di valore in terreni acquisiti da parte del Fvg, e 6 milioni messi a disposizione dalla Carinzia), ma gli aspetti da risolvere sono ancora molti.

«Abbiamo chiesto all’impresa di chiarire le intenzioni in forma scritta entro un mese, in modo da poter prendere una decisione definitiva: il 2017 sarà l’anno in cui si dovrà sciogliere ogni riserva», hanno reso noto Serracchiani e Kaiser, ricordando che le due amministrazioni non possono continuare a tenere fermi in bilancio fondi che sono importanti per lo sviluppo delle comunità e dei rispettivi territori. Serracchiani ha ricordato che il Friuli Venezia Giulia nell’agosto del 2013 ha deliberato la dichiarazione di pubblico interesse dell’opera, ha allocato in bilancio le risorse e ha risolto i problemi burocratici emersi all’indomani della manifestazione di interesse.

«Saremmo già in grado di emettere il bando - ha affermato Serracchiani - ma non possiamo farlo fintanto che la società non aderirà alle condizioni richieste sulla base della convenzione sottoscritta nel 2012». «Anche la Carinzia vuole una decisione veloce da parte del promotore, per capire se nel 2017 potrà dare avvio concreto al progetto. Non vedo problemi irrisolvibili, ma ci sono diverse interpretazioni del contratto e occorre approfondire la questione», ha commentato Kaiser a margine dell’incontro a cui hanno partecipato anche il sindaco di Pontebba Ivan Buzzi, e quello di Hermagor, Siegfried Ronacher.

Per quanto riguarda l’assenza di garanzie bancarie da parte di Doppelmayr, il governatore della Carinzia Kaiser ha dichiarato: «Da parte pubblica non può essere data nessuna garanzia. La Carinzia ha imparato dal suo passato», con riferimento alle vicende legate alla stagione di Haider e i finanziamenti a Hypo Bank. «Alla fin fine spetterebbe alle regioni la realizzazione del progetto - ha aggiunto Kaiser -. Dovesse la richiesta presa di posizione scritta non portare ad alcun risultato soddisfacente, ci si dovrebbe orientare in altro modo». (m.ce.)

 

NELLA FOTO, la presidente Debora Serracchiani e il governatore Peter Kaiser, mentre si recano all’incontro con le loro delegazioni e i rappresentanti della Doppelmayr.

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Perché la telecabina di Pontebba serve più al Friuli e che alla Carinzia

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16-12-25-tropolach-stazione-a-valle-telecabina-millennium-express-copiaA chi serve un collegamento funiviario – se mai un giorno lo si farà – tra Pontebba e Pramollo-Nassfeld? Abbiamo già affrontato questo tema nel blog, ma oggi torniamo a parlarne, perché, dopo la notizia pubblicata ieri dell’incontro sul progetto tra i presidenti del Friuli Venezia Giulia e della Carinzia, c’è chi è intervenuto nella pagina Facebook di AUSTRIA VICINA per bocciare l’investimento. “Un progetto – ha scritto un lettore – che porta solo vantaggi alla Carinzia e i soldi li mette il Friuli Venezia Giulia”.

È un’opinione condivisa da molti, che tuttavia, secondo noi, non è giustificata. Il presupposto è che i vantaggi siano connessi all’uso degli impianti di risalita (seggiovie e cabinovie) e delle piste. La telecabina viene costruita (almeno in parte) con soldi italiani, ma gli utenti andranno a sciare su piste austriache, servendosi di impianti di risalita austriaci. Ergo, ci guadagneranno soltanto gli austriaci, mentre gli oneri saranno a nostro carico.

Non è così. Per rendercene conto, basta guardare a quel che avviene negli altri poli sciistici, in Friuli, ma anche in Carinzia. I vantaggi sono dei proprietari/gestori degli impianti di risalita? Assolutamente no. Quelli friulani sono da sempre in perdita per milioni di euro ogni anno. Anche quelli carinziani sono quasi tutti in perdita e si reggono soltanto grazie alle sovvenzioni pubbliche. Fanno eccezione Pramollo-Nassfeld e Bad Kleinkirchheim.

Perché allora la Regione Friuli Venezia Giulia e il Land Carinzia continuano a bruciare denaro per far funzionare seggiovie e telecabine che non danno utili, ma solo perdite? Perché gli impianti di risalita sono un servizio offerto alle comunità montane. Se non ci fossero, gli alberghi e le pensioni non si riempirebbero, ristoranti e bar chiuderebbero e i maestri di sci dovrebbero cambiare mestiere. È quel che accade con i servizi di trasporto pubblico: i biglietti non ne coprono i costi, ma l’ente pubblico li sovvenziona proprio perché sono servizi.

È in quest’ottica che va giudicata la telecabina Pontebba-Pramollo. Non serve per arricchire le società che gestiscono gli impianti di risalita in quota, ma per far crescere le presenze turistiche a valle. Non parliamo dei pendolari, che salgono a Pramollo senza prendere neppure un caffè a Pontebba, ma dei turisti residenziali, quelli che fanno vacanze di più giorni (un tempo si chiamavano “settimane bianche”). Non sono sciatori friulani e triestini, ma sciatori di altre parti d’Italia e forse anche di altri Paesi d’Europa.

Un romano davanti a un dépliant del Dolomiti Superski e uno di Tarvisio quale meta sceglierebbe per la sua vacanza sulla neve? Ma, se nel dépliant di Tarvisio si legge che accanto alle piste locali ci sono a due passi 110 chilometri di piste austriache, credete che potrebbe cambiare idea? Un romano abituato a un’ora di autobus e metropolitana per andare al lavoro nella capitale non si spaventerebbe di certo per 20 minuti di skibus per raggiungere la stazione a valle della telecabina di Pontebba! E, tra l’alloggio a Pramollo-Nassfeld e uno in Valcanale (l’intera Valcanale, Tarvisiano compreso, non soltanto Pontebba), sceglierebbe con molta probabilità il secondo, se non altro per il problema della lingua.

Questo vale per il turista italiano in genere, ma potrebbe valere anche per un turista di lingua tedesca. Ci sono austriaci che vengono in Italia attratti dalla buona cucina, dai buoni vini, alcuni addirittura soltanto da un buon cappuccino. Anch’essi potrebbero essere i futuri ospiti del comprensorio Pontebba-Tarvisio, qualora vi fosse un aggancio con il polo sciistico di Pramollo-Nassfeld. E, naturalmente, qualora vi fossero a valle adeguate strutture ricettive e di ristorazione che attualmente ancora mancano o sono insufficienti.

Solo teoria? Niente affatto. Spesso i progetti sono costruiti sulla base di ipotesi. Nel nostro caso, invece, non abbiamo soltanto ipotesi, ma esempi concreti a cui riferirci. Sul versante carinziano del polo sciistico di Pramollo-Nassfeld è in funzione dalla stagione 1999-2000 la telecabina Millennium Express, che svolge una funzione analoga a quella che dovrebbe svolgere sul versante italiano l’impianto di Pontebba: collega il fondovalle all’area degli impianti e delle piste in quota. Da allora il numero delle strutture ricettive a valle si sono triplicate e il numero dei pernottamenti è aumentato nella stessa misura. Grazie al Millennium Express l’intera Gailtal ha registrato un risveglio economico che fin prima era impensabile. E questo, benché sul versante austriaco la strada di accesso a Pramollo-Nassfeld sia di gran lunga migliore di quella sul versante italiano.

In conclusione, l’investimento nella telecabina di Pramollo-Nassfeld è sicuramente nell’interesse del polo sciistico austriaco, ma giova soprattutto allo sviluppo economico della valle. Anzi, rappresenta probabilmente l’unica prospettiva di sviluppo per un’area destinata altrimenti al progressivo impoverimento e spopolamento.

* * *

Ci sono, a nostro avviso, due altre considerazioni da fare.

La prima riguarda gli altri poli sciistici friulani. Ne sarebbero danneggiati dalla concorrenza dell’impianto di Pontebba? La risposta è sicuramente no. Se ci riferiamo agli sciatori pendolari, la concorrenza di Pramollo esiste già oggi e il confronto avviene sulla dimensione dei diversi poli sciistici, ma anche sul diverso costo degli skipass. Chi vuole sciare su un carosello di piste di livello internazionale sceglie già oggi Pramollo, ma sa che deve pagare un prezzo sensibilmente più alto.

Il collegamento a fune Pontebba-Pramollo costituirebbe un richiamo per turisti aggiuntivi, provenienti da altre regioni, che altrimenti difficilmente sceglierebbero il Friuli per la loro vacanza invernale, preferendo piuttosto le Dolomiti o il Trentino-Alto Adige. Non sarebbero, quindi, turisti sottratti alle altre stazioni sciistiche friulane, ma ospiti in più, con beneficio per il Tarvisiano e per l’intera regione.

La seconda considerazione riguarda il momento storico in cui si colloca l’eventuale progetto Pramollo. Siamo di fronte a un cambiamento climatico che sta incidendo sensibilmente sul funzionamento delle località di turismo invernale. La neve arriva sempre più tardi e le temperature elevate rendono sempre più difficile garantire la copertura delle piste anche con gli impianti di innevamento artificiale.

Del progetto di Pontebba si parla ormai da trent’anni. Se la telecabina fosse stata costruita trent’anni fa, Pontebba e l’intera Valcanale ne avrebbero già tratto beneficio in questo lungo arco di tempo, sarebbero ora più ricche e meno spopolate. Disporrebbero, inoltre, di strutture ricettive e per il tempo libero in grado di assicurare presenze turistiche anche senza neve o con poca neve.

Sono stati sprecati trent’anni in discussioni inconcludenti e se l’impianto sarà realizzato ora sappiamo già che l’utilizzo per scopi sciistici sarà limitato nel tempo. Tra vent’anni si scierà ancora a Pramollo? Tra vent’anni o forse già tra dieci anni non si scierà più né a Pramollo e nemmeno a Tarvisio e sul Lussari. È un fenomeno che in Friuli abbiamo già conosciuto. Qualcuno ricorda ancora che un tempo era normale sciare sul Matajur? Ogni anno vi si svolgeva persino una gara classica di slalom gigante, inserita nel calendario regionale Fis? Oggi sarebbe inconcepibile. Tra poco lo scenario si ripeterà anche a Pramollo e negli altri poli della Carnia e del Tarvisiano. Forse soltanto a Sella Nevea si potrà sciare ancora per un po’.

Ecco, se c’è un punto di domanda sul progetto di Pramollo, grande come una casa, esso riguarda l’aspetto climatico. La vera domanda, allora, non è se l’investimento di 80 milioni serva all’Austria o all’Italia, ma se possa servire per gli anni che ancora ci restano di inverni nevosi e per quelli che verranno, quando anche a Natale cammineremo su prati verdeggianti.

 

NELLA FOTO, la stazione a valle della telecabina Millennium Express, che svolge sul versante carinziano la stessa funzione che dovrebbe svolgere la telecabina di Pontebba. Alle spalle, l’abitato di Tröpolach, che ha conosciuto un insperato rilancio economico dopo la creazione dell’impianto.

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Ritrova il “ragazzo” incontrato a Pramollo oltre mezzo secolo fa

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Pramollo 120170217_19240338 - CopiaEscursioni senza frontiere ai tempi in cui le frontiere c’erano ancora. Erano frontiere vere, visibili, segnate dal filo spinato e da militari armati. Meno minacciose al confine con l’Austria, dove tutto si limitava a un controllo dei documenti e a vedere che non ci fosse merce di contrabbando nello zaino (potevano bastare bottiglie di vino o le scarpe nuove comprate a Udine); più minacciose al confine con la Jugoslavia, dove qualche volta si sparava.

Chi è giovane non riesce neppure a immaginare quel mondo di ieri, che pure non è tanto lontano nel tempo. Che oggi si possa attraversare il confine senza trovare controlli di polizia e lo si possa fare ovunque e non soltanto ai cosiddetti “valichi internazionali”, che lo si possa fare senza timore di ispezioni al bagagliaio e senza timore di quanti soldi si portano con sé, che non sia necessario neppure cambiare moneta, rimettendoci ogni volta un buon 5%, tra tassi di cambio e commissioni, tutto questo oggi è dato per scontato, come se dipendesse da una legge della natura. Ma non è una legge della natura e non è sempre stato così.

Pramollo 2 20170217_19451184 - CopiaNon era così nel 1949, anno in cui risale l’escursione di cui vogliamo raccontare oggi. Il nostro escursionista ha 11 anni, si chiama Franco Pischiutti e vive a Gemona. Nell’estate di quell’anno il Cai locale organizza una gita a passo Pramollo. Non ci sono pullman e men che meno auto. Si va in camion, tutti seduti sul cassone.

Non sappiamo esattamente quale programma avesse la gita. Sappiamo soltanto che quel giorno Franco Pischiutti e i suoi familiari raggiungono la Tressdorferalm, in territorio austriaco. Lo testimonia una foto in bianco e nero che ritrae Franco assieme a un ragazzo incontrato sul posto a pascolare le vacche. In mezzo a loro, la mamma.

Da allora è passato oltre mezzo secolo. Quell’incontro sui monti di Pramollo non ha avuto alcun seguito. I mezzi di trasporto di allora limitano molto la mobilità e, soprattutto, in mezzo c’è un confine che separa fisicamente chi sta da una parte e chi sta dall’altra. È rimasta quella foto e la nostalgia di quella giornata. È rimasta anche la curiosità e il desiderio di ritrovare quel ragazzo incontrato tanti anni fa, con cui era nata una spontanea intesa, pur non comprendendone la lingua.

Nel frattempo Franco Pischiutti è cresciuto, è diventato architetto, poi direttore tecnico della Provincia di Udine e infine pensionato, con i capelli bianchi. È in questa tarda stagione della vita che l’architetto Pischiutti, ripescando in un cassetto quella foto di tanto tempo prima, decide di voler ritrovare il ragazzo della Tressdorferalm. Non sa dove condurre le ricerche, ma lo aiuta Arnold Pucher, albergatore di Pramollo, il pioniere del polo sciistico nato sul versante carinziano del passo.

Se lo sconosciuto ragazzo della foto pascolava le vacche alla Tressdorferalm, non poteva che essere della valle, la Gailtal. È lì che si deve guardare. Pucher fa pubblicare la foto sul “Gailtaler Monat”, un giornale locale che esce una volta al mese. Non è il New York Times, ma nella Gailtal è più importante, perché lo leggono tutti. Se il ragazzo della Tressdorferalm è ancora vivo e abita in zona, vedrà la foto anche lui e vi si riconoscerà.

Accade proprio così. Dopo un paio di settimane si fa vivo con la redazione del giornale Günther Herzog. Abita a Kirchbach, un paese della valle del Gail ai piedi di passo Pramollo, e fa il contadino. Viene informato Pucher, che a sua volta telefona a Pischiutti, per fissare un appuntamento tra i due.

All’incontro sono entrambi molto emozionati, anche se, per la verità, non sanno cosa dirsi. Ma in situazioni del genere non servono le parole. Basta la gioia e la commozione di essersi ritrovati e la nostalgia comune di una giornata lontana, in cui si erano appena spenti gli echi della guerra e la pace sembrava vacillare in un’Europa ormai già divisa in due blocchi, l’un contro l’altro armato.

Da allora è passato oltre mezzo secolo. Non c’è stata nessuna guerra (nell’intera storia d’Italia non esiste un così lungo periodo senza conflitti). La pace si è consolidata. Italia e Austria sono legate da una solida amicizia. Gli scambi culturali e commerciali sono la norma (a Kirchbach, dove abita Herzog, si insedierà la fabbrica delle “Esse” di Raveo). Franco Pischiutti e Günther Herzog possono incontrarsi senza esibire il passaporto, come dimostra la foto a colori, che pubblichiamo qui sopra.

È una foto che andrebbe distribuita nelle scuole e a tutti quelli che rimpiangono i “bei tempi”, quando c’erano ancora i confini e l’Austria non era ancora così “vicina”. Dovrebbero mettersela nel taschino per ricordarsi, di tanto in tanto, di come siamo oggi e di come eravamo allora.

 

NELLE FOTO in bianco e nero, il ritaglio del “Gailtaler Monat”, con la foto di Günther Herzog, a sinistra, e Franco Pischiutti con la mamma, a destra.

NELLA FOTO a colori, l’incontro dei due “ex ragazzi” a Pramollo: a sinistra Herzog e a destra Pischiutti.

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La fune salta dalla puleggia, sciatori bloccati sulla seggiovia a Pramollo

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17.03.02 Pramollo nassfeld_bodhoch_5576133Molta paura, ma per fortuna nessuna conseguenza per le persone in un incidente accaduto ieri pomeriggio a Pramollo: il cavo della seggiovia a sei posti “La Perla II” (il nome dell’impianto è in lingua italiana), che sale all’alpe di Garnitzen, è improvvisamente uscito dalle pulegge. È accaduto in prossimità della stazione a valle e forse questo ha evitato che la fune avesse grossi sobbalzi e che le persone trasportate fossero catapultate dalle seggiole.

La seggiovia “La Perla II”, lunga poco più di un chilometro, si trova all’estremità orientale del comprensorio sciistico di Pramollo, alle pendici meridionali del Gartnerkofel. L’incidente è accaduto intorno alle 15.30 e in quel momento trasportava 21 persone. L’impianto è stato immediatamente fermato e sono subito iniziate le operazioni per far scendere gli sciatori.

Sono intervenute le squadre del soccorso alpino e della Polizia alpina di Hermagor, che hanno operato insieme con il personale di servizio degli impianti di Pramollo. Sul posto è stato impiegato anche l’elicottero Libelle della Polizia, per calare dall’alto i soccorritori . Ma sulla zona in breve si è formato un banco di nebbia, che ha costretto il velivolo a fare ritorno alla base. Gli interventi sono proseguiti così da terra, con l’ausilio dei gatti della neve. Gli sciatori sono stati imbragati a calati sulla pista con una corda. L’operazione è durata circa un’ora e mezza.

Sulle cause dell’incidente sono in corso accertamenti. Un caso simile si era verificato a Pramollo 25 anni fa. Anche allora la fune di una seggiovia era uscita da una puleggia e il sobbalzo aveva provocato un effetto “fionda”. Alcuni sciatori erano stati scaraventati a terra. Quattro di essi, tutti sloveni, avevano perso la vita.

 

NELLA FOTO, l’intervento dei soccorritori per calare dalla seggiovia gli sciatori.

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Progetto Pramollo, da un incontro all’altro per non decidere nulla

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17.04.03 Tolmezzo, incontro Serracchiani-Kaiser - CopiaL’altro ieri i presidenti del Friuli Venezia Giulia e della Carinzia, Debora Serracchiani e Peter Kaiser, si sono incontrati a Tolmezzo per esaminare nuovamente insieme il progetto di collegamento a fune tra Pontebba e Pramollo/Nassfeld. È un’opera di cui si parla ormai da trent’anni, che sembra sempre sul punto d’essere realizzata, salvo poi incepparsi in qualche nuova difficoltà.

Il precedente incontro tra Serracchiani e Kaiser sulla questione Pramollo si era tenuto in dicembre a Klagenfurt. In quell’occasione i rappresentanti delle due regioni erano stati concordi nel giudicare strategico il progetto, confermando il loro concorso nel finanziamento dell’opera (48 milioni il Fvg, 8 milioni la Carinzia), ma avevano auspicato una soluzione in tempi rapidi, per non continuare a tenere congelati per altri anni fondi di bilancio che potrebbero essere utili altrove. Nell’incontro dell’altro ieri sono stati ribaditi gli stessi concetti, quasi con le stesse parole.

Ma nell’incontro di dicembre era stata detta una cosa in più, che l’altro ieri non è stata ripetuta: alla Doppelmayr, partner privato nel project financing, era stato dato un termine di un mese per fornire le garanzie bancarie richieste nella convenzione del 2012. Da allora sono passati quattro mesi, non uno, e di quella scadenza data alla Doppelmayr non si è fatto cenno. La società austriaca ha risposto? Ha fornito le garanzie che le erano state chieste? Non le ha fornite e la Regione le ha concesso altro tempo? Chi può saperlo!

L’unica cosa certa, per ora, è che da un rinvio all’altro, da un ultimatum all’altro, il tempo scorre e il progetto Pramollo diventa sempre più evanescente, mentre le parole pronunciate dai politici sembrano non avere più alcun significato. In settembre avevamo scritto in questo blog che “la telecabina di Pramollo non sarà realizzata mai” e ieri, nell’articolo di Maurizio Cescon pubblicato dal “Messaggero Veneto”, il titolo (“Fermi i soldi per il progetto Pramollo”) aveva un occhiello interrogativo: “De profundis vicino?”. Nel testo, che riportiamo qui sotto, si riporta una dichiarazione riferita all’entourage della presidente in cui si nega che si possa parlare di pietra tombale sul progetto Pramollo. Strane e inquietanti parole per definire un’opera su cui “c’è la volontà comune di andare avanti”.Ecco qui di seguito l’articolo di Cescon di ieri e una scheda sul progetto.

* * *

Un vertice tra Friuli Venezia Giulia e Carinzia ai massimi livelli. E un tema che torna prepotentemente d’attualità, vale a dire il progetto per il collegamento transfrontaliero di Pramollo, del quale si parla da tempo immemore. Un progetto, legato al turismo dello sci, che dovrebbe dare sviluppo e impulso al comprensorio di Pontebba, oltreché portare con più facilità sciatori sulle piste carinziane.

Da anni ormai le amministrazioni delle due Regioni confinanti hanno “congelato” in bilancio un bel gruzzolo, propedeutico all’avvio delle opere proposte da una società privata, la Doppelmayr. Denaro che o viene investito sulla realizzazione degli impianti, oppure potrebbe essere destinato ad altro. I presidenti Peter Kaiser e Debora Serracchiani lo fanno intendere chiaramente, come riporta l’Agenzia regione cronache, organo ufficiale di stampa della giunta, che ha seguito il summit svoltosi ieri a Tolmezzo.

«Kaiser e Serracchiani - si legge nella nota - hanno auspicato come urgente la risoluzione delle criticità, ribadendo che le due amministrazioni, pur valutando strategico il progetto e confermando la copertura al 70 per cento con fondi pubblici per la sua eventuale realizzazione, non possono continuare a tenere fermi in bilancio fondi che potrebbero essere impiegati altrimenti per opere di sviluppo delle comunità e dei rispettivi territori».

Non c’è una frase o più frasi virgolettate attribuibili a uno dei due protagonisti del vertice o a entrambi, ma il senso del discorso è chiaro. Dall’entourage
della presidente poi arriva la precisazione che «non possiamo parlare di “pietra tombale” sul progetto Pramollo, perché la volontà politica di andare avanti rimane. Diciamo che si cerca di arrivare a una soluzione positiva in tempi celeri. Proviamo a stringere, ma non c’è alcun ultimatum alla società che dovrebbe realizzare l’intervento. La Doppelmayr dovrà darci determinate garanzie, ma per il momento i requisiti richiesti non sono stati presentati. Il dialogo resta aperto, al momento siamo in una fase interlocutoria. Con il presidente della Carinzia ci sarà un altro summit sulla questione, ma anche qui non sono stati fissati i tempi».

Sull’incontro Fvg-Carinzia è intervenuta, con una nota, anche l’eurodeputata di Pontebba Isabella De Monte, che si è sempre spesa per la concretizzazione dell’opera. L’europarlamentare fa capire che l’iter procedurale resta aperto. «Il vertice tra la presidente Serracchiani, l’assessore Santoro e il governatore della Carinzia Kaiser denota che il rapporto tra Friuli Venezia Giulia e Carinzia è sempre proficuo e collaborativo - si legge nel comunicato di De Monte - È positivo che vi sia una collaborazione così stretta, in particolare sul tema delle infrastrutture e anche sul progetto per Pramollo. Sono fiduciosa che le buone relazioni con il Land austriaco permettano di superare le criticità e velocizzare la realizzazione di un progetto che rappresenta un’occasione di sviluppo vero per la nostra montagna. Un progetto sul quale entrambe le amministrazioni hanno dimostrato di credere e di voler investire».

Maurizio Cescon

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Il bando era atteso entro il 2016 e invece non ha ancora visto la luce. Questione di rimpallo di responsabilità tra i privati austriaci che non vogliono cedere alle garanzie fideiussorie richieste dal governo del Friuli Venezia Giulia e qualche resistenza politica, nonostante l'amministrazione regionale abbia confermato e vincolato i 48 milioni di investimento. Fatto sta che il progetto per l'impianto a fune tra Pontebba e Pramollo è in stallo.

Se ne parlò pubblicamente anche alla presentazione della stagione sciistica di Pramollo/Nassfeld, i partner carinziani hanno detto di credere nel progetto, di volerlo, perché il Land ha stanziato 6 milioni. L'operazione vale 82 milioni di euro, coperta dalla parte pubblica per 48 dal Fvg e 6 dalla Carinzia, mentre i restanti 28 milioni dovranno essere garantiti da una cordata di privati - capofila la multinazionale austriaca Doppelmayr - che realizzerà e gestirà l'intervento in project financing.

«Il Fvg ha garantito 48 milioni e la Carinzia 6, questi sono i fatti. La parte privata - aveva detto Christopher Gruber, direttore generale Nlw Tourismus Marketing Gmbh, la società che gestisce il comprensorio di Pramollo/Nassfeld - prevede un investimento di circa 30 milioni, per skilift e infrastrutture, compresi i 600 posti letto nella parte italiana. I privati stanno trattando con alcuni investitori che sono interessati, ma il progetto è molto grande e ci vuole tempo per svilupparlo. Noi siamo convinti che il progetto sia un’opportunità per l’Italia e la Carinzia, perché il futuro sarà sempre più difficile per i comprensori piccoli per attirare clienti».

 

NELLA FOTO, le delegazioni della Carinzia e del Friuli Venezia Giulia sedute al tavolo di Tolmezzo, dove si è discusso del progetto Pramollo.

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Un italiano e due danesi aggrediti dalle vacche a Passo Pramollo

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17.07.16 Passo Pramollo-Nassfeld, elicottero soccorso alla Garnitzenalm, i.f. GartenkofelI tempi sono cambiati anche per i bovini e, se li si incontra sulla propria strada, non infondono più “al cor mite un sentimento di pace e di vigore”, come scriveva il poeta. Al contrario, mettono ansia e a volte terrore. Il “pio bove” e le “pie vacche” sono diventate aggressive e propendono ad attaccare chi passi loro davanti.

 

Gli episodi di vacche che aggrediscono umani sono sempre più frequenti, talvolta con esiti mortali. L’ultimo caso è di ieri a Passo Pramollo/Nassfeld. Poco prima di mezzogiorno un turista italiano di 51 anni, che si trovava a passeggio con il cane sulla Garnitzenalm, nei pressi della stazione a monte della seggiovia Sonnenalpe, è rimasto vittima di uno di questi attacchi. Volendo attraversare la zona “occupata” da una cinquantina di bovini, aveva preso in braccio il proprio cane. Ma la precauzione era stata inutile. Le vacche si sono irritate e si sono scagliate contro di lui, facendolo cadere a terra.

 

Fortunatamente era in zona il padrone di alcune di quelle bestie, il quale, accortosi di quanto stava accadendo, è intervenuto e ha trascinato il turista italiano lontano dalla zona di pericolo, chiamando poi i soccorsi. Sul posto è intervenuto l’elicottero Christophorus 7, che ha trasportato il ferito all’ospedale di Klagenfurt, dove dovrebbe essere dimesso in un paio di giorni.

 

L’atterraggio del velivolo ha irritato altre vacche che si trovavano in zona, che si sono agitate e hanno aggredito anche una coppia di coniugi danesi, rispettivamente di 59 e 68 anni. I due sono rimasti entrambi feriti e sono stati trasportati con un secondo elicottero della Croce rossa all’ospedale di Villach.

 

Ciò che il turista italiano e i coniugi danesi non sanno è che le lesioni riportate a causa delle vacche non sono la sventura maggiore ad essi capitata. Dovranno preoccuparsi ben più del viaggio in elicottero, che sarà loro messo in conto e che costerà non meno di 4.000 euro. C’è da chiedersi perché in Carinzia anche in zone raggiungibili per strade asfaltate e per lesioni di poco conto si mobilitino sempre gli elicotteri e non una normale ambulanza. Se l’infortunio con le vacche fosse capitato poche centinaia di metri più in la, in territorio italiano, l’elisoccorso sarebbe stato gratuito.

 

 

 

NELLA FOTO, uno dei due elicotteri intervenuti ieri a Passo Pramollo, per soccorrere turisti aggrediti dalle vacche. Sullo sfondo il Gartnerkofel.

 

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